La questione che ci appassiona

Anoressia e bulimia. La questione che ci appassiona. Ciò su cui è incentrato il nostro gruppo di lavoro è: Come portare il soggetto anoressico, bulimico o portatore di un qualsiasi disturbo alimentare a riconoscersi affetto da una sofferenza? Come portarlo ad un desiderio di formulare una domanda di cura, che lo metta in gioco effettivamente, che gli permetta di aprirsi al rapporto con l'Altro?

Come dunque riannodare i fili? Come permettere alla bulimica di fare barriera ad un Altro percepito abusante e sregolato, di potersi concedere di dire di no? Come permettere all'anoressica di uscire dal mondo chiuso della sua perfezione immaginaria e potersi permettere di dire di sì all'Altro?

La diagnosi

L'inquadramento diagnostico dell'anoressia e la bulimia Dobbiamo dunque sempre ricordarci: che il sintomo anoressico-bulimico è portatore di queste singolarità pur presentando una forma monotona, ripetitiva, apparentemente omogenea e universale. Dunque il sintomo anoressico-bulimico non va preso alla lettera. Bisogna ricordarsi che ogni soggetto anoressico o bulimico è un caso a sé, una vicenda personale, storica, relazionale, unica e irripetibile. Non ci dimentichiamo dunque di interrogare il sintomo, al di là dell'involucro esteriore per poter cogliere questa logica particolare, del " caso per caso".

Ne consegue necessariamente che:

Il nostro percorso psicoterapeutico non ha come scopo un eliminazione coercitiva del sintomo, né un addestramento delle pazienti all'autocontrollo. Dal nostro punto di vista lavorare sul sintomo anoressico e bulimico in modo rieducativo (come fanno ad esempio le tecniche cognitivo-comportamentali), comporta il rischio di un enfatizzazione del sintomo, di una polarizzazione maggiore, dunque di una cronicizzazione.

La nostra esperienza e la nostra pratica ci indica la necessità di partire da un osservazione minuziosa del sintomo, dei suoi aspetti standard, ma anche le piccole stranezze, le incongruenze, le particolarità.

E' proprio partendo dalle modalità dissonanti con l'insieme, che comincia a comparire ciò che è conflittuale e rimosso. Emerge allora il messaggio nascosto, portatore di una sofferenza difficile a dire ad un testimone, dunque: difficile ad autoconfessarsi o anche a pensarsi!

Il passo fondamentale: La possibilità di poter superare l'isolamento non solo interno ma anche esterno, la possibilità di trovare un interlocutore di cui potersi fidare, che possa accogliere senza giudicare è un passo fondamentale della cura. In questo senso il gruppo è una cassa di risonanza maggiore, un primo sociale che accoglie e condivide il dolore senza rigettarlo.

Questo è molto importante come vedremo nell'abuso sessuale. Va però ricordato che ogni soggetto anoressico o bulimico percepisce delle parti di sé come sporche, inaccettabili: delle autentiche schifezze.

Il lavoro psicoterapeutico mira a ricontattare queste schifezze, queste parti pulsionali che ci fanno orrore, ma che spesso sono parte integrante del nostro intimo più intimo. Emerge allora quello splendore che ognuna aveva cercato di celare, per vergogna e colpa. E grazie alla terapia, si fa strada il coraggio di sostenerlo.

Anoressia - Bulimia - Obesità Dipartimento di salute mentale RMD Centro integrato di psicoterapia: Psico-diagnostica, Terapia di gruppo, Terapia individuali, Gruppi Coordinamento e sinergia con le strutture internistiche territoriali

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Pagina aggiornata il 10 giugno 2009

Anoressia

Anoressia e bulimia, cosa c'è dietro al disturbo. Non si mangia soltanto per sostentarsi, mangiare è un'attività carica di simboli e con essa esprimiamo la nostra relazione con il mondo

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