Il soggetto del panico

L'ESPERIENZA DEL PANICO del Dr Alex Pagliardini: Il soggetto del panico. A questo punto mi sembra significativo cercare di capire, a partire da una domanda tutto sommato ingenua, come mai l'incontro con la pulsione genera, in alcuni casi, in alcuni soggetti, l'esperienza del panico, insomma, cercare di capire che tipo di soggettività ci indica l'esperienza del panico.

Mi limiterò a segnalare alcune coordinate, non vanno prese assolutamente come tipi psicologici - vorrei fosse chiara una cosa, per quanto mi riguarda la psicologia non ci aiuta mai a niente.

Come prima cosa l'esperienza del panico ci indica un soggetto smarrito, con una trama identificatoria debole e uno scarso radicamento nel simbolico, soggetto per il quale il panico sembra essere il culmine, la fase estrema, della sua posizione esistenziale.

L'Altro, l'Altro di tale soggetto, si caratterizza per una sostanziale sregolatezza e per una radicale carenza della dimensione del segno.

Altra caratteristica del "soggetto del panico" è il rifiuto dell'esperienza della perdita e l'impossibilità della sua simbolizzazione, dunque il rifiuto e l'impossibilità di una sua messa in gioco nella logica del desiderio, da cui la sua realizzazione nell'esperienza del panico come perdita di sé.

Qui l'Altro si caratterizza come eccesso di presenza e per di più come eccesso di presenza congelata, privo della dimensione del desiderio, privo di vitalità.

Ultimo aspetto, sul quale mi soffermerò un pò di più per i vari interrogativi che solleva, è quello di un soggetto ridotto al conservatorismo dei beni.

Questa soggettività mi pare renda attualissimo un interrogativo presente nella "Lettera ai romani"di S. Paolo che suona così: che cosa significa essere vivi?, chi è davvero vivo oggi? Due filosofi contemporanei di grande importanza, Agamben e Badiou si sono interrogati su questo testo e pur giungendo a conclusioni sostanzialmente opposte ne condividono la scottante attualità, o meglio sottolineano come solo oggi possiamo leggerlo adeguatamente. Non entro nel merito ma credo si possa estrarre una considerazione preziosa.

Nella contemporaneità l'ideologia del benessere, il totalitarismo dell'igienismo, che pretende un Altro senza Altro, un corpo senza pulsione, afferma e sostiene un attaccamento alla vita che è una sua riduzione all'interno dell'omeostasi del principio di piacere, dunque un attaccamento alla vita che è propriamente un rifiuto della vita.

E' quello che Badiou denuncia come rassegnazione al necessario, che già Spinoza sentenziava come bieca perseverazione dell'essere e che Lacan denuncia come conservatorismo dei beni, di fatto il tentativo di eliminare il particolare dell'umano per ridurlo al qualunque dell'animale.

Con S.Paolo, con le riflessioni attorno al suo interrogativo, possiamo invece sostenere che essere vivi significa particolarizzare, abitare, frequentare, l'al di là del principio del piacere, la dimensione senza fine della pulsione, ossia lo scandalo, l'eccesso, la contingenza, l'insensatezza, ciò che della vita è irriducibile alla vita stessa.

Possiamo allora intendere il soggetto del panico come l'incarnazione di una soggettività ridotta all' attaccamento alla vita, alla sua perseverazione, soggetto in cui non è presente la particolarizzazione dell'eccesso pulsionale.

In tal senso l'irruzione del più di vita delle pulsione, il suo taglio in atto, in un soggetto impossibilitato ad accoglierla in quanto non ha tracciato soggettivamente questa dimensione, in un soggetto non pronto ad essere rotto da tale irruzione, provoca la sua devastazione, la sua frantumazione, cioè l'esperienza del panico.

Questa riflessione sull'essere vivi e sull'eccesso di vita della pulsione chiama in causa l'ultima parte dell'insegnamento di Lacan, là dove l'angoscia non viene collegata tanto alla castrazione, alla morte, alla perdita, quanto alla vita, all'incontro con l'eccesso di vita della pulsione.

Ritrovo qui un vecchio passaggio di William Burroughs, da "La febbre del ragno rosso": «il panico è la scoperta che tutto è vita».

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Pagina aggiornata il 10 giugno 2009

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