Farmaci antidepressivi in gravidanza

Le donne trattate con farmaci antidepressivi durante la gravidanza non mostrano un rischio aumentato di avere bambini con anomalie cardiache congenite. Una nuova ricerca mostra invece un significativo aumento del rischio in donne con specifiche caratteristiche spesso associate all'uso di antidepressivi.

La dottoressa Irene Peterson, dell'Università del Dipartimento di Cure Primarie e della Popolazione, in Inghilterra, afferma: "Le donne che hanno ricevuto una prescrizione di SSRIs (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) in gravidanza non hanno un rischio aumentato di avere un bambino con anomalie cardiache congenite rispetto alle altre donne, così come quelle che hanno assunto antidepressivi non-SSRI". "I risultati persistono dopo la valutazione dei dati sociodemografici, lo stile di vita, e dell'assunzione altri farmaci psicotropi".

Nelle precedenti ricerche, che avevano esaminato il rischio di malformazioni cardiache in bambini nati da madri che assumevano farmaci antidepressivi, i risultati erano stati contraddittori. Gli autori però sottolineano che questi studi non avevano considerato una quantità di fattori di rischio che si possono associare con l'uso di antidepressivi o con la depressione stessa.

"E' sorprendente che molti studi pubblicati non tengano conto di fattori di rischio comuni e importanti - ha spiegato la Petersen - spesso i database usati durante gli studi non contengono informazioni su diabete, assunzione di alcool, obesità e uso di droghe".

Lo studio, pubblicato nel gennaio 2015 nella Rivista di Clinica Psichiatrica, comprendeva 5154 donne, trattate con SSRIs prima della gravidanza, 2776 trattate durante la gravidanza e 993 che erano state trattate con altri tipi di antidepressivi. Questi gruppi sono stati messi a confronto con 200.231 donne che non avevano ricevuto trattamenti con farmaci antidepressivi prima o durante la gravidanza.

Complessivamente in tutti i gruppi considerati sono state rilevate meno dell'1% di cardiopatie congenite nei primi 5 anni di vita dei bambini. Non c'erano differenze significative dopo aver aggiustato i dati per lo stato sociodemografico, lo stile di vita, e l'uso di altri farmaci psicotropi.

Rimanevano associati tuttavia, con le malformazioni cardiache, altri fattori di rischio come il diabete, l'età avanzata, l'uso di alcool, l'assunzione di sostanze stupefacenti, e un indice di massa corporea maggiore di 30.

La presenza di questi fattori di rischio era significativamente più alta nelle donne che assumevano o avevano assunto anti-depressivi, SSRIs o no, prima e durante la gravidanza.

Circa un terzo delle donne che erano state in trattamento con antidepressivi prima o durante la gravidanza erano fumatrici, comparate con il 19% di quelle che non avevano fatto terapie di questo tipo; dall'8% al 10% erano obese rispetto al 3.5/4 .8% delle altre; dal 3,5% al 4,8% avevano il diabete, comparato con il 2,6%;dall' 1.8% al 6.5% assumevano sostanze stupefacenti, e dall'1.6% al 4.1% assumevano alcool rispetto allo 0.4% per ambedue le condizioni, delle donne non trattate.

Gli autori dichiarano che "sebbene il numero assoluto di donne che avevano problemi con l'alcool e con le sostanze stupefacenti fosse piccolo, era comunque 16 volte maggiore nelle donne che continuavano a usare gli antidepressivi durante la gravidanza.

È stato anche rilevato che presso le donne che erano state trattate con antidepressivo non-SSRI il tasso di parto prima della 37 settimana (15%) era doppio rispetto alle donne che non avevano ricevuto nessun trattamento.

Il tasso di parto prematuro delle donne che assumevano SSRI era dall'8,6% al 10.7 Gli inibitori della ricaptazione della serotonina più comuni sono la fluoxetina, il citalopram, la paroxetina, la sertralina, e l'escitalopram e i più comuni non-SSRI sono la venlafaxina, l'amitriptylina,il dosulepin, la lofepramina, e la clomipramina.

Altre ricerche hanno riportato che il rischio di malformazioni congenite sarebbe più alto in caso di uso di paroxetina, e che il ruolo della serotonina potrebbe essere importante durante lo sviluppo del cuore fetale nel primo trimestre.
Gli autori suggeriscono in definitiva di considerare caso per caso l'uso di farmaci antidepressivi in gravidanza, in quanto la depressione stessa è fattore di rischio per la madre e il feto.

La dottoressa Peterson suggerisce che per qualche donna la gravidanza possa essere il giusto momento per sospendere il trattamento, ma che questo non riguardi tutte le donne affette da depressione.

"Bisogna inoltre ricordare che la proporzione di donne con il diabete, con una storia di abuso di droghe o alcool, sono più spesso trattate con farmaci antidepressivi e che questi sono come già detto, fattori di rischio per malformazioni cardiache congenite indipendenti dall'assunzione o meno di farmaci. D'altra parte è importante anche considerare l'impatto negativo della depressine non trattata sulla salute e sul benessere della madre e del bambino".

Fonte: J Clin Psychiatry

Gravidanza a basso rischio: le informazioni contenute nel video, così come il testo della canzone, corrispondono e riflettono raccomandazioni tratte dalle linee guida degli Istituti Superiori di Sanità internazionali.

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