Laiga: presto non ci saranno più medici per applicare la legge 194, tutti in pensione

Si tratta di una vera emergenza quella segnalata dalla Laiga (Libera Associazione Italiana Ginecologi per Applicazione legge 194). I medici non obiettori che assicurano ancora l'applicazione della legge sono sempre più vicini alla pensione. Non ci sono i ginecologi che li sostituiranno. L'appello ai parlamentari.

Aborto, Laiga

EMERGENZA 194: UNA LEGGE DELLO STATO NON PIU' APPLICABILE.
APPELLO ALL'ATTENZIONE DEI/DELLE PARLAMENTARI

La legge 194/1978 - "Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza" - sarà presto inapplicata per la parte riguardante l'interruzione volontaria di gravidanza (IVG).

Si tratta di una vera e propria emergenza visto che la maggior parte dei medici non obiettori, quelli che nel rispetto della legge 194 praticano l'IVG nelle strutture pubbliche, sono prossimi alla pensione. L'età media dei/lle ginecologi/ghe non obiettori, infatti, è superire ai cinquanta anni.

Già ora le difficoltà nell'applicazione della legge 194/78 sono enormi per l'alto numero dei medici obiettori, perché le norme impediscono a chi è in pensione di lavorare in strutture pubbliche o convenzionate e, inoltre, non consentono a chi è in servizio di lavorare part time presso altre strutture pubbliche.

La situazione è già disastrosa ma molto presto peggiorerà: i medici non obiettori negli ospedali scompariranno e le donne che non intendono portare avanti la gravidanza non potranno più abortire. Una legge dello Stato sarà di fatto inapplicabile.

Va anche considerato che non ci sono scuole di specializzazione in cui i/le giovani che intendono specializzarsi in ginecologia possano formarsi apprendendo le più moderne tecniche per l'IVG.

Nel volgere di un tempo rapidissimo l'effetto sarà la scomparsa di medici non obiettori e la conseguenza sarà la solitudine delle donne in un momento delicato come quello di una gravidanza indesiderata.

Questo appello intende informare tutti/e i/le parlamentari di questa gravissima situazione e chiedere di prendere dei provvedimenti urgenti per evitare che le donne italiane siano costrette a tornare all'aborto clandestino.

Laiga

1 ottobre 2015

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