Elezioni, si torna a votare con le solite promesse fatte alle donne

E' fallito il tentativo del presidente del Senato Franco Marini di un accordo sulla riforma elettorale. E, dunque, ora la parola torna ai cittadini e alle cittadine

Già oggi il Capo dello Stato potrebbe dare il via all'iter per lo scioglimento delle Camere per arrivare nella giornata di mercoledì all'atto finale: la firma del decreto che manda in soffitta la quindicesima legislatura e l'apertura della nuova campagna elettorale con la vecchia legge.

Si parla del 13 aprile come probabile data delle elezioni anticipate (entro 70 giorni al massimo dallo scioglimento delle Camere), mentre già oggi dovrebbe essere stabilita quella per il referendum sulla legge elettorale, che ovviamente slitterà.

Il governo 'ponte', da più parti auspicato per la riforma della legge elettorale si va a far benedire, e con esso la possibilità di ascoltare le donne, purtroppo escluse dalle consultazioni a Palazzo Madama dei giorni scorsi.

Resta il rammarico per una voce esclusa (quella delle donne, appunto), che molto avrebbe potuto incidere su una riforma della legge elettorale e a sostegno ad un governo funzionale all'approvazione di tale riforma e all'assunzione delle decisioni più urgenti".

Una grave pecca per la senatrice Menapace (Prc), delusa sul fatto che a Marini non sia venuto in mente di ascoltare ' e sarebbe stato legittimo - anche le associazioni di donne 'come per esempio l'Udi (per la campagna 50 e 50) e 'Fuori dal silenzio', associazioni ' sottolinea Menapace - che hanno una proposta di legge elettorale anti-discriminazione, o il gruppo Udi di Napoli ha anche una proposta sulla questione dei rifiuti affinchè si capisca che essa non è una questione di ordine pubblico.

Ma ancora una volta le donne sono state messe da parte ma nel momento opportuno sono convinta che tutti si ricorderanno che l'elettorato femminile sfiora il 52%".

Sicuramente ne sono ben consci i due maggiori schieramenti politici: Partito democratico e Forza Italia, che già dalla tarda serata di ieri hanno iniziato a giocarsi il jolly donne.

Veltroni, leader del Pd, che probabilmente già dalla prossima settimana si dimetterà dalla carica di sindaco di Roma, passando il testimone, probabilmente a Rutelli, per dedicarsi a tempo pieno all'organizzazione della campagna elettorale, ha parlato subito di due punti cruciali e imprescindibili per il Pd: innovazione e donne.

Partendo innanzitutto dalla griglia della candidature visto che il tempo a disposizione é pochissimo. Una scelta, quella delle liste, che sarà decisa "in modo collegiale", ha spiegato Anna Finocchiaro, ma visto il tipo di sistema elettorale (con liste bloccate) e la mancanza di tempo sarà tutta concordata dai vertici del Pd.

Dalle parti di via del Plebiscito, quartier generale di Forza Italia, si pensa già al governo e si ribadisce la volontà di fare una squadra snella con un numero di sottosegretari ridotto e di dare spazio alle donne, riservando loro una quota di un terzo

Tra le papabili restano Mara Carfagna (alle Pari opportunità o alla Famiglia) e Stefania Prestigiacomo. Per la poltrona da sottosegretaria si parla di Jole Santelli e Michela Brambilla (qualcuno ipotizza per l'attuale presidente dei Circoli della libertà, un futuro al dicastero dell'Ambiente forse con il ruolo di viceministra). Nelle ultime ore salgono le quotazioni di Barbara Contini, responsabile dell'Associazione Azzurri nel mondo, in corsa per la carica di sottosegretaria.

Quanto al Tesoro, ruolo strategico del futuro governo circolano voci che il leader di Forza Italia stia pensando ad una candidata donna esterna alla politica sul modello Moratti, ma non ci sono conferme a riguardo.

Resta da vedere se la 'dieta Bassanini' (di una consistente riduzione dell'organico di Stato) verrà rispettata, e soprattutto quante e quali donne nel governo che succederà a quello di Prodi (che comunque di donne in campo ne aveva schierate sei, contro le due del precedente Berlusconi).

Interrogativi che ci lasciano senza non pochi timori, primo tra tutti che la politica sprechi, ancora una volta, una grande occasione. Quella di non poter fare a meno di una massiccia presenza femminile e di giovani. Questa sì che farebbe davvero la differenza.


Pagina pubblicata il 05 febbraio 2008

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