Alzheimer, un kit diagnostico per la diagnosi della malattia al primo stadio

Una nuova ricerca spiega la possibilità di fare diagnosi precoce dell'Alzheimer attraverso il monitoraggio della glicoproteina-P che nel cervello regola il passaggio della placca beta-amiloide. Quest'ultima, "soffocando" i neuroni, ne causa la morte e quindi la progressione della malattia.

Questa è, in sintesi, la conclusione a cui sono giunti i ricercatori con lo "Studio cristallografico di radiotraccianti Pet in valutazione clinica per la diagnosi precoce dell'Alzheimer".

Presentata a Bari, e portata a termine dal Policlinico, con la collaborazione Biofordrgug dell'Università degli Studi di Bari e l'istituto di Cristallografia del Cnr, la ricerca individua in un semplice esame del sangue la possibilità di diagnosticare precocemente la malattia.

In sintesi, se dal test risultano livelli elevati di rame, il paziente viene sottoposto ad una tomografia a emissione di positroni (PET), grazie alla quale è possibile verificare come agisce e in che quantità è presente la Glicoproteina-P.

Se i parametri di quest'ultima sono fuori dalla normalità, è un segnale evidente che l'Alzheimer ha avviato il suo processo. Il vantaggio, spiegato nello studio, risiede quindi nel fatto che è possibile intervenire prima la presenza della Glicoproteina-P si riduca a livelli molto bassi.

Si tratta, come spiegato dai ricercatori, di una nuova strada diagnostica che non porta alla guarigione della malattia, ma al suo 'contenimento', ossia ritardare, contrastandola, la degenerazione neurologica dei pazienti affetti dalla patologia.

La ricerca ha coinvolto in cinque anni circa 2 mila pazienti che presentavano fattori di rischio. Per Nicola Colabufo che dirige Biofordrug, è importante monitorare la proteina in questione perché "è responsabile della progressione neurodegenerativa del soggetto".

Un processo "che normalmente avviene nell'arco dei 10 anni - ha spiegato Colabufo -dopo di che la Glicoproteina-P comincia a perdere in termini sia di espressione sia di attività".

Sempre a Bari, il 21 giugno sarà presentato il "kit diagnostico" che consentirà di individuare l'eventuale insorgere della malattia al primo stadio.

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