Smi, su certificati medici serve chiarezza

Sui certificati medici trasmessi all'Inps serve chiarezza. Anche il Sindacato dei medici italiani (Smi) si associa alla richiesta della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) di prorogare il trasferimento all'Istituto di previdenza delle competenze per le certificazioni di malattia per i pubblici dipendenti, almeno fino a quando non ci sarà "un'interpretazione più precisa ed efficace della nuova normativa" .  E lo Smi coglie anche l'occasione per ricordare che non si è mai aperta la trattativa per definire le modalità e i compensi della trasmissione online delle certificazioni. "Tutta la categoria deve parlare con una voce sola - dice in una nota Maria Paola Volponi, responsabile nazionale assistenza primaria dello Smi - e chiedere chiarezza su una normativa in cui è definito bene solo il sistema sanzionatorio nei confronti dei medici che certificano le malattie ai lavoratori dipendenti. Con la scusa dell'ottimizzazione della produttività si stabiliscono vincoli difficilmente applicabili. Per esempio: un certificato non può riferirsi a 'dati clinici non direttamente constatati nè oggettivamente documentati'.

E nel caso delle tante patologie senza dati clinici oggettivi come le emicranie, che facciamo?" Una prima conseguenza, secondo la sindacalista, c'è: "si disporranno decine di costosi esami specialistici in modo da poter inviare all'Inps una cartella, a corredo della certificazione di malattia, quanto più completa, così da ridurre le possibilità di incorrere in sanzioni, quelle sì, già ben definite: revoca del rapporto di convenzione o dipendenza con il Ssn, radiazione dall'albo e addirittura il carcere". "Cogliamo l'occasione - continua Volponi - per ricordare che ancora non si ha alcuna certezza sulle modalità di trasmissione online dei certificati. Non vorremmo che la reale intenzione del legislatore sia quella di aggiungere un ulteriore compito ai medici ma a costo zero". Fino ad oggi, sottolinea, "non è stata aperta alcuna trattativa per stabilire le modalità e i compensi per l'invio online delle certificazioni. Ci sembra una prassi quantomeno singolare: è un ritardo grave che pregiudica ulteriormente il lavoro dei medici e aumenta la confusione nella categoria". Per tutte queste ragioni, conclude Volponi, "serve una interpretazione più efficace e precisa della normativa. In attesa di questa nota esplicativa, è opportuno prorogare il trasferimento delle competenze all'Inps". Secondo Volponi "il 'brunettismo' cerca 'fannulloni' e 'complici' dappertutto, ma i medici servono a curare i cittadini e non a scongiurare il malcostume dei dipendenti pubblici più lavativi".

Pagina pubblicata il 14 dicembre 2009

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