Stress in gravidanza, un figlio con disturbi del comportamento

Con uno studio effettuato dal Columbia Center for Children's Environmental Health (CCCEH)  su 248 donne in gravidanza, che voleva cercare l'esistenza dì  una correlazione tra bambini difficili e lo stress che la madre ha avuto in gravidanza,  si è dimostrato che l'associazione del disagio psicologico della madre e l'esposizione a fattori ambientali inquinanti, possono disturbare lo sviluppo del bambino.

Secondo la dottoressa  Frederica Perera, professoressa dell'Environmental Health Sciences, dallo studio è emerso che il binomio fra le situazioni di stress fisico ambientale ed il disagio psicologico durante lo sviluppo del feto, portavano le mamme, che avevano vissuto nove mesi di gestazione stressanti o in ambienti inquinati, a  dovere allevare bambini dal carattere difficile che presentavano aggressività, deficit di attenzione e in qualche caso fenomeni di depressione.

La ricerca, che è la prima ad aver valutato l'interazione tra disagio materno ed il vivere in situazioni di compromesse situazioni ambientali, si  è svolta a Cracovia, in Polonia, dove la combustione del carbone è una delle principali fonti di inquinamento atmosferico.

Le donne sono state seguite per tutta la gravidanza e bambini fino al nono anno di vita.

La gravidanza può essere un periodo molto delicato per la donna ed a volte si caratterizza per i frequenti sbalzi di umore a cui la donna incinta può andare incontro.

Per questa ragione sarebbe importante che la futura mamma sia circondata da persone "positive" e sarebbe altrettanto utile per lei trovare momenti nel corso della giornata da dedicare unicamente a lei stessa.

Oltre alla  conseguenza di poter avere figli con vari problemi, una gravidanza con stress può anche avere come conseguenza quella di far nascere un bambino più piccolo della norma.

Una donne durante l'intera gravidanza può tranquillamente continuare a lavorare, sempre che le sue condizioni generali siano buone e che non faccia lavori pesanti o pericolosi per la sua salute e quella del bambino.

Il fatto di lavorare potrebbe essere utile per cacciare dalla mente i pensieri negativi, essendo concentrata sul lavoro e per diminuire il senso d'ansia legato all'attesa del parto.

Secondo la legge italiana una donna ha il diritto riconosciuto di rimanersene a casa dal mese precedente la data del parto fino a quattro mesi successivi, ed ha in più il diritto ad avere una indennità giornaliera corrispondente all'80% della sua normale retribuzione.

Tutto ciò fino a quando qualcuno non deciderà che questo diritto è eccessivo e tenterà di ridurlo a pochi giorni prima e dopo il parto come avviene in molti paesi.

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9 ottobre 2013

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