Turco, riscrivere regole nomine. Serve trasparenza

Per iter più rapido possibile stralcio da Ddl su qualità Ssn.

Approvare in tempi rapidi le nuove regole sulla scelta dei direttori generali e sulle nomine dei primari, magari stralciandole dal Disegno di legge sulla qualità e la sicurezza del Ssn, che le contiene e sta per cominciare l'esame in Parlamento.

E' la proposta del ministro della Salute, Livia Turco, che in un lungo comunicato interviene sulla questione delle nomine politiche in sanità. E chiede innanzitutto alle Regioni e ai partiti, ma anche ai sindacati e alle professioni "un immediato confronto" e che "tutti facciano la loro parte nel presidiare il merito e la competenza prima di ogni altro interesse". Con l'invito a compiere, tutti insieme, "uno sforzo straordinario per far sì che si possano tradurre presto in legge" queste nuove norme, la Turco si dice "pronta a ridiscutere, subito e dandoci tempi certi di lavoro, il merito delle singole disposizioni che sono certamente perfettibili. Ma - sottolinea - non tiriamoci indietro da questa sfida. Mostriamo ai cittadini che la 'buona politica' e i 'buoni medici' esistono e vogliono riprendere in mano la sanità.

Diamo ai cittadini la certezza che il manager che amministra le risorse pubbliche e il medico che ha in mano il bisturi da cui dipende la sua vita, siano i più bravi e competenti nel loro mestiere e non quelli più abili nell'accaparrarsi la simpatia di questo o quel politico". Il ministro è convinto che "sia possibile. Anche perché - afferma - non ci sto al 'così fan tutti' che serpeggia in queste settimane. E se, come credo, non sono la sola a pensare che il Ssn sia nella sua sostanza pulito e indenne da manovre e operazioni di potere, allora sì che la svolta è alla nostra portata. Adesso, non domani", puntualizza la Turco senza mezzi termini.

"La questione dei manager della sanità e dei primari nominati più per la tessera che per la loro bravura - ricorda la Turco - non è nuova. La sensazione, pur essendo personalmente convinta che il fenomeno non si possa generalizzare più di tanto, è quella di un sistema a lottizzazione spinta. E' veramente così?", si chiede il ministro aggiungendo subito: "penso di no. Prima di tutto perché non si può equiparare di per sé a lottizzazione il fatto che siano le Regioni a nominare i direttori generali di Asl e ospedali. Come si può infatti immaginare di scindere la responsabilità politica di tutelare la salute dei cittadini, che è compito delle Regioni, dal potere loro affidato di nomina di questi manager ai quali spetterà l'attuazione delle politiche di programmazione e di indirizzo sanitario stabilite dalla Giunta?".

Per il ministro, "va poi sgombrato il campo dal miraggio delle 'regole perfette' per nomine al di sopra di ogni sospetto. Semplicemente non esistono. Il nodo - precisa - sta piuttosto nello stabilire dove inizia e dove deve necessariamente finire l'arbitrio della politica nella selezione di manager e primari. Intanto chiariamo che si tratta di due profili distinti. Sul primo, quello dei direttori generali, è indubbio che la politica deve continuare, come abbiamo visto, ad avere un ruolo fondamentale, pur se vincolato da criteri limpidi nella selezione dei manager. Per i medici e gli altri dirigenti apicali della sanità il discorso è completamente diverso. Qui la politica - sottolinea la Turco - non deve entrare in alcun modo nella partita delle nomine. Non può infatti che essere il Direttore generale, in piena autonomia e in qualità di primo responsabile dell'azienda sanitaria, a scegliere i suoi migliori collaboratori".

Il "problema", dunque, è "come far sì che il percorso di nomina sia il più possibile impermeabile a 'inquinamenti' di sorta". Ecco a questo punto "le regole", necessarie "per aiutare a far prevalere il merito e non la fedeltà, la competenza e non il legame di cordata".

Pagina pubblicata il 22 gennaio 2008

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