Anche i primari visiteranno in ospedale

Un binario unico per i camici bianchi del Ssn: pubblico e con la libera professione senza vincoli. L'indennità di esclusiva - ad oggi garantita solo ai medici 'fedeli' al Ssn - sarà in busta paga per tutti, anche per chi opta per uno studio privato da affiancare al lavoro svolto in corsia.

Si torna al passato, dunque, ovvero ai tempi che hanno preceduto la riforma dell'ex ministro della Sanità Rosy Bindi. Con "una sostanziale differenza tuttavia", assicura all'ADNKRONOS SALUTE il sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio, promotore della 'rivoluzione', che potrebbe essere contenuta in Finanziaria: "il lavoro svolto in studio non deve essere superiore, per orari e numero di prestazioni, a quello esercitato in ospedale".

Così, anche i primari "saranno obbligati all'attività clinica", dunque a visite e prestazioni durante l'orario in cui lavorano nelle strutture pubbliche, "perché è cosa nota - fa notare il sottosegretario - che spesso questi luminari visitano solo privatamente".

A vigilare sul 'monte lavoro' dei camici bianchi in corsia e fuori - assicurando che tempi e volumi delle prestazioni erogate in studio non siano superiori a quelle prestate nel pubblico -"sarà l'Agenas, l'Agenzia per i servizi sanitari nazionali, insieme alle Regioni, di cui viene fatta salva l'indipendenza, ovviamente".

Quanto ai costi di una misura "che potrebbe essere inserita con un emendamento già in Finanziaria 2009, anche se una decisione in tal senso non è ancora stata presa - precisa Fazio - attualmente il 95 per cento dei medici percepisce l'indennità di esclusiva: si tratterebbe dunque di estendere questa voce al rimanente 5 per cento dei camici bianchi". Per i nuovi ingressi, invece, "l'indennità scatterebbe in automatico.

Ci vorranno un paio di anni - calcola il sottosegretario - prima che tutti i medici del Ssn siano messi a regime, e dovremo decidere come gestire la fase transitoria. Il costo comunque si aggirerebbe, stando ai nostri calcoli, a circa 70 milioni di euro". Fazio rinvia al mittente, poi, le accuse di 'fughe' dei medici dalle corsie, troppo impegnati nei loro studi. "Il meccanismo da noi studiato - assicura - è una garanzia in tal senso.

Il medico viene ancorato al lavoro in ospedale ancor più di quanto non abbia tentato di fare la Bindi con la sua riforma. Ma parallelamente verranno motivati, riconoscendo la loro dignità di professionisti".

Pagina pubblicata il 03 novembre 2008

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