Il San Salvatore non aveva l'agibilità

L'ospedale San Salvatore dell'Aquila, danneggiato dal terremoto che ha devastato l'Abruzzo, "non ha mai ricevuto il certificato di agibilità e non è iscritto al catasto". E' quanto riporta 'La Repubblica' spiegando che il tutto è scritto "in una relazione che il direttore generale della Asl aquilana, Roberto Marzetti, ha inviato alla Regione e al ministero della Salute. Una relazione nella quale Marzetti ricostruisce la storia del nosocomio, dal 1972 (quando partì il cantiere) ad oggi.

Una costruzione travagliata al centro di dibattiti parlamentari, esposti e polemiche". In un'intervista al quotidiano, al cronista che gli chiede se sapeva che il San Salvatore non ha il certificato di agibilità, Marzetti, dg dell'Asl aquilana dal 2006, risponde: "Lo scoperto quasi un anno dopo il mio insediamento. Per caso. Volevo aprire all'interno dell'ospedale una foresteria. Un bar, per dare un ulteriore servizio all'utenza - racconta - Ma il giorno che avviai la pratica venne da me l'allora responsabile dell'ufficio tecnico e mi disse: 'Guardi direttore, non possiamo aprirlo perché l'ospedale non ha l'agibilità...'.

Rimasi senza parole. Andai subito a leggere le carte, a verificare - ricorda - Era vero. Mi sono ritrovato con un ospedale aperto da 6 anni, ma senza certificato di agibilità". Com'è potuto succedere? "Non so davvero spiegarmelo", afferma il direttore generale. Marzetti spiega che l'ospedale non poteva essere "assolutamente" aperto.

"Io, senza le autorizzazioni necessarie - prosegue - non lo avrei fatto". Riguardo al fatto che, dopo la scoperta, ha lasciato aperto l'ospedale, Marzetti sottolinea: "E che altra scelta avevo? Chiudere e scatenare il caos nella popolazione? Ho preferito attivare tutte le procedure. E' stata una corsa contro il tempo".

Ci sono state difficoltà per ottenere il certificato, continua il dg, "perché il San Salvatore non aveva nemmeno l'accatastamento, requisito essenziale per chiedere l'agibilità. Di fatto sulle mappe non esisteva. Un altro aspetto che mi ha fatto trasecolare. Ora almeno questo problema l'abbiamo quasi risolto del tutto, ma solo da pochissimi mesi. L'operazione è stata lunga perché i proprietari dei terreni erano oltre seicento.

Il mio dovere l'ho fatto fino in fondo - assicura Marzetti - Anzi, tutte le volte che ho avuto dubbi sono corso in Procura all'Aquila per segnalare fatti e circostanze poco chiare". Sul futuro dell'ospedale il direttore generale conclude: "Ci sono intorno troppi interessi. C'è chi vorrebbe buttarlo giù e farne uno nuovo. Mi preoccupa. Si rischiano nuove speculazioni e un vorticoso giro di denaro. La storia di questo ospedale dovrebbe insegnare qualcosa. Meglio ristrutturare quello che c'è, con tempi certi. Spero".

Pagina pubblicata il 14 aprile 2009

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