Fimmg, chiarire sui certificati o partirà protesta

"Un incontro urgente sulle nuove norme per la certificazione di malattia dei dipendenti pubblici", ancora oggi "non chiare", "altrimenti dovremo prendere in considerazione l'ipotesi di dichiarare lo stato di agitazione di tutta la categoria.  E' la richiesta del segretario generale della Federazione italiana dei medici di famiglia (Fimmg), Giacomo Milillo, ai ministri Renato Brunetta della Funzione Pubblica, Ferruccio Fazio della Salute e Maurizio Sacconi del Lavoro, e al presidente e commissario Inps Antonio Mastrapasqua. A loro Milillo ha inviato ieri una lettera per "esprimere la preoccupazione della Fimmg sulle nuove norme". A preoccupare i medici soprattutto la parte della normativa in cui si prevede che i certificati non possono riferirsi a 'dati clinici non direttamente constatati né oggettivamente documentati'. "Ciò vuol dire - spiega Milillo - che il medico di famiglia non potrà redigere il certificato ad un suo paziente, con il quale ha un rapporto fiduciario, che si presentasse in serata per giustificare l'assenza dal lavoro il giorno stesso per banali patologie come mal di testa o febbre".

Per questo la Fimmg chiede, in particolare, "l'emanazione di un atto ufficiale che riconosca il sintomo soggettivo come 'dato clinico direttamente constatato' e ribadiamo ancora una volta la necessità di introdurre l'autocertificazione per periodi brevi di malattia". La Fimmg, ricorda Milillo, in questi ultimi anni si è caratterizzata come associazione "propositiva e molto aperta a sostenere i percorsi innovativi del Servizio sanitario nazionale", dice il leader dei medici di famiglia.  "Ma in questo caso dobbiamo mettere in guardia tutta la categoria dai gravi pericoli che ogni medico potrebbe trovarsi ad affrontare se passassero le norme così come sono, non tanto nella forma quanto piuttosto nell'interpretazione quotidiana di alcuni aspetti applicativi del decreto Brunetta". E non solo per l'impossibilità di riferirsi sempre a 'dati clinici non direttamente constatati né oggettivamente documentati', ma anche per "lo sproporzionato e irrituale regime sanzionatorio previsto per il medico in caso di inadempienze o errori anche involontari, che lo indurrebbe ad atteggiamenti inappropriatamente difensivi".


Pagina pubblicata il 14 gennaio 2010

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