Sanità arresti e malaffare a Napoli, Balduzzi: "Tenere altissima la guardia"

Il Ministro Balduzziha espresso la sua soddisfazione per l'operato delle forze dell'ordine che hanno scoperto un traffico "che conferma l'esistenza di aree di illegalità e corruzione all'interno delle strutture del servizio sanitario nazionale".

Ha anche sottolineato l'importanza di "tenere altissima la guardia perché le tentazioni sono molteplici e l'operazione di Napoli è emblematica".

Secondo Balduzzi emerge una preoccupante rete di medici, di personale e di amministratori sanitari che "hanno inquinato le relazione tra medico e paziente costruendo  un sistema di illegalità nelle prestazioni sanitarie in regime di intramoenia".

Al Cardarelli di Napoli infatti sono partite le manette a medici, paramedici (si chiamano professionisti, adesso, membri delle professioni), amministratori, e chi più ne ha più ne metta. Sono accusati, dopo mesi di indagini, di intercettazioni telefoniche, di ascolto di testimonianze e di lettura di cartelle cliniche, di una mezza dozzina di reati.

Sostanzialmente l'accusa è di aver cercato di ricavare un guadagno illecito praticamente su ogni attività a loro affidata.

Essere quindi regolarmente timbrati anche se assenti, aver portato pazienti fuori dall'ospedale in una clinica convenzionata anche se non ce n'era necessità, aver fatto pagare ai medesimi pazienti la degenza e l'intervento e avere nello stesso tempo preso il rimborso dalla Regione, tutto questo utilizzando l'intramoenia, cioè l'attività privata negli ospedali, o anche fuori.

I pazienti, visto che pagavano la visita, non si stupivano quando gli veniva detto che dovevano pagare.

Pagare l'intervento al medico, pagare la degenza alla casa di cura Villa del Sole, pagare, pagare, pagare.

Certo, se sarà confermato, il personale deve essere punito severamente. La domanda però è chi controlla queste cose? Le Regioni sono in grado di far rispettare le leggi? Ce lo ricordiamo che ogni medico non può fare in intramoenia che la metà di quello che fa in istituzionale? Perché non vengono aperti ambulatori ospedalieri per l'immissione in lista operatoria?

La circostanza del Cardarelli, nel caso le accuse siano vere, fa sorgere una domanda: se ogni paziente che deve essere operato vaga alla ricerca di un medico compiacente che per denaro o per buona volontà lo inserisca nella lista operatoria e cerchi di far rispettare la sua posizione dove va a finire il diritto?

In questo caos di presunti illeciti, è possibile che diventi la regola? Chi si ricorda di quanto il Dott. Moricca, quarant'anni fa, finì sotto processo per aver favorito i suoi pazienti privati per l'intervento? Tempi passati.

Si tratta di vicende dalle quali ci auguriamo che arrivino smentite, una volta accertati i fatti. Altrimenti, pagare un medico a studio per essere inserito in lista operatoria in ospedale potrebbe diventare la norma. Una situazione inquietante dove magari il paziente porta eterna riconoscenza al medico, senza capire che è stato oggetto del pagamento di un pizzo, magari in buona fede, ma un pizzo.

Perché il sistema funzioni le liste operatorie devono essere trasparenti, centralizzate, facilmente raggiungibili anche da chi non conosce nessuno o da chi non ha soldi. Non bastano i carabinieri, certo, non bastano. Intanto però sono reati, e la forza pubblica deve intervenire.

Dopodiché chi ha il ruolo di controllore deve farlo, e deve essere punibile, se non ha fatto il suo dovere, come chi ha commesso il reato, per complicità. Tolleranza zero con chi froda lo Stato e con chi non lo impedisce?

Potrebbe essere un'idea....

Lisa Canitano


6 marzo 2012

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