Malati di Sla, il governo non molla. Siamo ai limiti della civiltà

Inquieta, e non poco, la decisione del governo di ridurre i fondi dedicati all'assistenza dei disabili gravi e non autosufficienti. Se la scelta fa sorgere dubbi sul livello di civiltà di questo Paese, il comportamento del governo spinge le coscienze ai limiti dell'indignazione.

Da alcune settimane una settantina di disabili non autosufficienti, tra cui moltissimi malati di Sla, sono in lotta per ottenere un'assistenza i cui costi non possono certamente essere lasciati a carico delle loro famiglie.

Sono persone immobilizzate, la loro vita dipende da una macchina, dall'assistenza specialistica per 24 ore al giorno e da un computer per poter comunicare emozioni e bisogni.

Hanno prima tentato di farsi ascoltare dal governo, ma inutilmente. Poi per una settimana hanno protestato con uno sciopero della fame. Cosa impensabile e rischiosa per chi è già in condizioni di salute precarie.

Finalmente il governo si accorge di loro. Il ministro Fornero telefona a Salvatore Usala, malato di Sla e segretario nazionale del Comitato 16 Novembre che tira le redini della protesta. Assicura un interessamento chiedendogli di interrompere lo sciopero. Insieme, Balduzzi e Fornero, vanno da Usala (è immobilizzato nella sua casa in Sardegna) per dirgli cosa?

Praticamente niente, impegni generici perché loro, i due ministri, possono fare poco in quanto le decisioni le prende il ministro dell'Economia.

I giornali hanno raccontato che Fornero ha addirittura pianto durante il Consiglio dei ministri quando ha scoperto che non ci sono i soldi.

Questa è l'estrema sintesi di una vicenda che sembra raccontare l'incredibile insensibilità di questo governo, anche di fronte a più elementari sentimenti di umanità.

La cosa che maggiormente turba è che i bisogni di assistenza di cittadini che vivono in queste condizioni siano oggetto dei tagli della "spending review".

Ma siamo davvero sicuri che si debba mettere in discussione un diritto del genere?

Questo è davvero diventato un Paese in cui la fredda ragioneria obbliga persone immobilizzate a letto o su una sedie a rotelle a fare uno sciopero della fame? Magari, mentre si buttano altri soldi per un ponte che non si farà mai...

Berlusconi ci faceva vergognare per molti motivi. Ma ora, questo governo fino a che punto è capace di spingersi nel prendersela soltanto con gli ultimi della terra?

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4 novembre 2012

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