Anestesisti a congresso: cosa è necessario per l'Emergenza Intra Ospedaliera

Nella gestione delle emergenze intraospedaliere l'obiettivo è intercettare precocemente i pazienti che stanno peggiorando e per i quali il reparto di degenza non è in grado di fornire le competenze, i trattamenti e il monitoraggio necessari. 67° Congresso Nazionale SIAARTI - Emergenza Intra Ospedaliera: i quattro elementi necessari

"Per soddisfare tale obiettivo - raccontano la dottoressa Francesca Rubulotta, specialista in Anestesia e Rianimazione del Policlinico di Catania, autrice di un recente studio (Int Care Med 2013 under review ICME-D-13-00529) e Luca Cabrini, Coordinatore del gruppo di studio SIAARTI "Urgenze ed Emergenze" e Anestesista rianimatore all'ospedale San Raffaele di Milano - sono stati introdotti quattro elementi:

  1. un braccio afferente, formato dal personale del reparto in cui il paziente è ricoverato; tale elemento deve saper riconoscere precocemente il paziente a rischio, deve saper allertare il braccio efferente (vedi oltre) e collaborare con esso;
  2. un braccio efferente, composto da personale esperto nella gestione dei pazienti in condizioni critiche; usualmente è formato da un anestesista e da un infermiere di area critica;
  3. una componente dedicata all'analisi dei dati ed al miglioramento continuo dei sistemi di risposta rapida (RRS);
  4. una componente direttivaper sovraintendere i sistemi di risposta rapida.

Gli studi più recenti - illustrano gli esperti - si sono concentrati su alcuni aspetti di rilievo relativi al braccio afferente ed efferente. Rispetto al braccio afferente, è stato evidenziato come questo sia ancora l'anello più debole: il personale dei reparti non viene adeguatamente formato nel riconoscere gli elementi precoci suggestivi di un deterioramento del paziente, con il risultato che l'intervento del sistema di risposta rapida finisce per essere tardivo e più complesso.

Sono stati proposti strumenti di valutazione del paziente e percorsi formativi risultati efficaci. Inoltre, sono stati valutati sistemi di monitoraggio continuo nei reparti ordinari con allertamento automatico del braccio efferente in caso di necessità: benché promettenti, tali sistemi richiedono ulteriori valutazioni circa l'efficacia e il rapporto costo/beneficio. Sono infine state pubblicate esperienze in cui anche i familiari venivano inclusi nel braccio afferente ed autorizzati ad allertare il braccio efferente".

Per quanto riguarda il braccio efferente - proseguono - numerosi studi hanno cercato di individuare quali caratteristiche possano renderlo maggiormente efficiente. I dati sembrano suggerire che il braccio efferente risulta efficace se adeguatamente preparato, attraverso una formazione ad hoc, e se inserito in un sistema ospedaliero idoneo a rispondere alle emergenze, ad esempio attraverso l'adeguata disponibilità di letti in terapia intensiva.

A questo proposito, un braccio efferente competente risulta essere indispensabile nella gestione dei letti in terapia intensiva, contribuendo ""in prima linea"" a selezionare i ricoveri appropriati da quelli inappropriati. Numerosi studi hanno evidenziato come il braccio efferente si confronti quotidianamente con situazioni eticamente complesse, relative ad esempio alla proporzionalità/appropriatezza delle cure, alle questioni inerenti il fine vita, al rispetto della volontà del malato, all'equa gestione delle risorse (limitate).

Si tratta di questioni che richiedono una preparazione ampia e specifica, che favorisca anche competenze relazionali utili nel confronto con il paziente e i suoi famigliari. Infine, il braccio efferente si avvantaggia delle recenti evidenze in tema di gestione delle numerose patologie con cui si confronta: nuovi approcci alle patologie acute respiratorie, cardiocircolatorie, neurologiche, infettive.

Risulta invece ancora insufficiente - conclude Luca Cabrini - l'attenzione dedicata all'elemento direttivo e di analisi dei sistemi a risposta rapida. Si tratta di una carenza di rilievo, che limita l'efficacia dei bracci afferente ed efferente. L'accumularsi di dati sulla capacità dei servizi di risposta rapida – quando messi in grado di agire in condizioni adeguate- di migliorare la sopravvivenza dei pazienti ospedalizzati dovrà indurre a maggiori sforzi nel valutare la cornice organizzativa più idonea ed irrinunciabile".

16 ottobre 2013

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