Sanità: Boom di prescrizioni 'occulte'

Il 40 per cento non parte dal medico di famiglia. Un fenomeno sempre più diffuso nelle grandi città italiane.

Il paziente presenta al suo medico di famiglia la richiesta di un esame diagnostico, di una visita specialistica, di una nuova cura o addirittura di un ricovero.

E il camice bianco la trascrive sul ricettario del Servizio sanitario nazionale, anche se la prescrizione non è 'farina del suo sacco'. Sono le cosiddette prescrizioni 'occulte', un fenomeno sempre più diffuso nelle grandi città  italiane, e in virtù del quale molte delle domande di accertamenti, terapie e ospedalizzazioni attribuite al medico di medicina generale 'partono' in realtà  dalla medicina di secondo livello. Secondo una ricerca osservazionale condotta da 12 medici di famiglia della Asl provinciale di Brescia, la percentuale di prescrizioni 'occulte' è pari al 40 per cento.

Ma per Roberto Carlo Rossi, segretario nazionale Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani), "il calcolo è prudenziale: nei grandi centri urbani - spiega l'esperto all'Adnkronos salute - le prescrizioni 'occulte' sono ben di più e forse superano il 50 per cento". L'indagine bresciana si concentra sulla diagnostica ed è pubblicata sull'ultimo numero del trimestrale 'Politiche Sanitarie'.

Per sei mesi, dall'ottobre 2005 al marzo 2006, gli autori hanno classificato le loro prescrizioni in quattro categorie: esami prescritti di propria iniziativa, esami suggeriti da specialisti pubblici, esami consigliati da specialisti privati/accreditati ed esami suggeriti dagli assistiti.

Su un totale di 65.471 contatti ambulatoriali medico-paziente registrati nel periodo in analisi, sono state raccolte in tutto 19.063 prescrizioni corrispondenti alle quattro tipologie sopra indicate. E se nel 60 per cento dei casi la prescrizione partiva direttamente dal medico di famiglia, nel 40 per cento risultava 'indotta': dallo specialista pubblico (19 per cento), dallo specialista privato (13 per cento) oppure dallo stesso paziente (8 per cento).

Ma considerando le prestazioni di diagnostica per immagini, le più tecnologiche e costose, il rapporto svelato dallo studio bresciano si ribalta: il 40 per cento delle prescrizioni viene deciso nell'ambulatorio del medico di medicina generale, il 60 per cento in quello specialistico.

Pagina pubblicata il 05 aprile 2007

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