L'uso di ovociti congelati influenza i risultati ostetrici o perinatali?

Risultato ostetrico e perinatale di bambini nati da ovociti vitrificati

Introduzione

La tecnologia di riproduzione assistita (ART, PMA in Italia) ha avuto incredibili miglioramenti dall'annuncio della prima nascita seguita all'uso della fertilizzazione in vitro (IVF) nel 1978. La crioconservazione dell'embrione, l'uso di gameti da donatori, la surrogazione, screening dell'embrione per problemi genetici, e, più recentemente, la crioconservazione di ovocita e tessuto ovarico sono procedure disponibili attraverso ART.

La prima gravidanza con successo a seguito di crioconservazione dell'ovocita è stata registrata nel 1986. La più ampia disponibilità del congelamento di ovociti, tuttavia, non è stata una realtà fino a molto più tardi, a causa di problemi tecnici legati alla procedura.

Gli ovociti maturi sono sensibili al congelamento, e le percentuali di sopravvivenza e conseguente fertilizzazione e sviluppo dell'embrione non erano accettabili. Miglioramenti tecnologici e l'introduzione della vitrificazione, tuttavia, sono stati associati con significativi miglioramenti nella crioconservazione dell'ovocita. Con l'attuale tecnologia, circa il 90% degli ovociti sopravvive al processo di congelamento-scongelamento. Sulla base degli ultimi risultati, nel 2013, le società della fertilità hanno riclassificato la crioconservazione degli ovociti come non più sperimentale.

Chi sono le pazienti che possono beneficiare di questa tecnologia?

La crioconservazione dell'ovocita è raccomandata in primo luogo alla pazienti che hanno una diagnosi di cancro e desiderano preservare la loro fertilità prima di cominciare la terapia. Le pazienti con condizioni mediche (malattie croniche autoimmuni, grave endometriosi) che possono aspettarsi di essere sottoposte a interventi chirurgici o medici che possono compromettere la funzione ovarica.

Gli ovuli possono essere crioconservati anche durante trattamenti standard IVF così come quando il partner non è in grado di fornire sperma il giorno del recupero dell'ovulo o quando, per ragioni etiche, la coppia vuole limitare il numero degli ovuli fertilizzati.

Il congelamento dell'ovulo rende possibile organizzare banche di ovuli di ovociti donati laddove le regole richiedano donazione anonima. Infine, la donazione dell'ovulo può essere considerata per successivo uso personale quando una donna, per varie ragioni, decide di post-porre il fare figli.

Come con ogni nuova tecnologia, la sua sicurezza deve essere stabilita. Questo articolo tratta di risultati ostetrici e perinatali con l'uso di ovociti vitrificati.

Lo studio

Il rapporto è un'analisi retrospettiva basata su trattamenti che coinvolgevano ovociti freschi e congelati da un unico centro di fertilità. I dati disponibili erano basati su rapporti da circa l'80% delle donne sottoposte a trattamento. La mancanza di percentuale di risposta completa da quelle trattate ha limitato l'ampiezza del campione a 1224 bambini nati seguendo l'uso di ovociti freschi e 1027 bambini nati secondo l'uso di ovociti vitrificati.

L'uso di ovociti propri o donati è stato analizzato insieme ed anche separatamente. I dati sono stati raccolti per caratteristiche del paziente e del trattamento, e le variabili di confondimento sono state controllate durante l'analisi.

Le donne che usavano ovociti vitrificati erano leggermente più vecchie, avevano più probabilità di aver avuto precedenti aborti spontanei e avevano meno parti pre-termine. Avevano anche più probabilità di essere cattivi rispondenti, perciò, l'uso di ovuli di donatore era più frequente fra loro. Il numero di ovociti maturi era più alto nel gruppo degli ovociti freschi.

Delle gravidanze con uso di ovociti freschi, 77,1% erano singole, mentre la cifra corrispondente era 72,6% nel gruppo con ovociti vitrificati. La percentuale di gravidanze anembrioniche era comparabile. Non sono stati forniti dati sulle perdite al primo trimestre o all'inizio del secondo. Età gestazionale al momento del parto, peso alla nascita e il rischio di basso peso alla nascita e piccolo per l'età gestazionale erano comparabili. L'incidenza di minori e maggiori difetti alla nascita non differiva fra i gruppi, e la necessità di ricovero in terapia intensiva era anche simile. Il rischio per problemi medici durante la gravidanza era comparabile fra i gruppi.

Quando l'analisi era limitata all'uso dei propri ovociti, ancora non c'era differenza nei risultati ostetrici e perinatali fra i gruppi di ovociti freschi e vetrificati. L'unica differenza era una percentuale lievemente maggiore di anomalie, ma questa osservazione era basata su un totale di solo cinque casi: Quando i confronti sono stati fatti per gravidanze multiple usando ovociti propri o singole o multiple gravidanze usando ovociti donati, non ci sono state differenze nei risultati ostetrici e perinatali con ovociti freschi contro vitrificati.

Gli autori hanno concluso che, sulla base della loro esperienza, l'uso di ovociti vitrificati non era associato a più alti rischi ostetrici o perinatali.

Utilizzo della crioconservazione

Attualmente, l'indicazione più ampiamente accettata per la crioconservazione di ovocita è per la preservazione della fertilità prima di una terapia oncologica. La vitrificazione dell'ovocita è associata con oltre il 90% di percentuale di sopravvivenza e percentuali di gravidanza sono in continuo miglioramento. Una meta-analisi del 2011 ha confrontato i risultati di trattamento con ovociti freschi, vetrificati, e con congelamento lento basandosi sui risultati di cinque studi.

Fertilizzazione e percentuale di divisione, disponibilità di embrioni di alta qualità e percentuali di gravidanza clinica erano comparabili fra ovociti freschi e vetrificati. La vitrificazione era superiore per tutti questi parametri rispetto al congelamento lento. Goldman e colleghi non hanno riscontrato differenze nella percentuali di nascite vive quando hanno analizzato i risultati di trattamento con ovociti freschi o congelati.

Inoltre, Di Pietro e colleghi non hanno riscontrato effetti avversi sulla qualità biomolecolare degli ovociti vetrificati: Noyes e colleghi hanno riferito una percentuale di anomalia congenita dell'1,3% con l'uso di ovociti congelati-scongelati, che non era differente dalla percentuale osservata nelle concezioni naturali.

Levi Setti e colleghi hanno riferito una percentuale simile di anomalie fetali con ovociti congelati contro freschi ma una più alta percentuale di aborti spontanei con ovociti congelati (26,9% contro 17,6%). Non hanno osservato differenza nell'età media gestazionale al parto, ma il peso medio alla nascita era più basso sia in gravidanze singole che gemellari nel gruppo in cui erano usati ovuli freschi.

La vitrificazione dell'ovulo è spesso usata dai programmi di donazione dell'ovulo. La disponibilità di ovociti da donatore congelati-scongelati rende possibile garantire la donazione anonima e assistenza continua senza la necessità di sincronizzare il donatore e il ricevente.

Un'altra indicazione sempre più usata per la crioconservazione dell'ovocita è il congelamento sociale dell'ovocita. Le donne che desiderano posporre la riproduzione per ragioni di lavoro o educazionali o finché non trovano il partner giusto possono scegliere di crioconservare gli ovociti per un successivo uso. In questo modo possono usare ovuli più giovani e freschi anche quando sono nella quarantina.

Dovrebbe essere enfatizzato, tuttavia, che il risultato della gravidanza può non essere lo stesso, a causa di problemi uterini o medici che è più probabile si presentino in un età più avanzata. I risultati di questo studio circa le complicazioni ostetriche e perinatali non possono essere applicati a questi casi perché ci sarebbe bisogno di confrontarli con donne che concepiscono spontaneamente nella ventina o nella prima trentina.

Conclusioni

Le scoperte di questo studio sono rassicuranti. Gli autori hanno usato un ampio campione da una singola istituzione e questo è sicuramente una forza di questo studio. Una debolezza, tuttavia, è che non hanno avuto informazioni su tutte le pazienti e questo può aver influenzato negativamente i loro risultati, specialmente circa quei parametri in cui venivano riportati piccoli numeri, come per le anomalie congenite. Inoltre non hanno raccolto dati sul risultato di gravidanza prima della 24a settimana.

Una più alta percentuale di aborto e interruzione della gravidanza dovuta ad anormali risultati di screening può anche inficiare alcuni dei parametri riportati. Deve anche essere enfatizzato che in quasi tre quarti dei cicli sono stati usati ovuli donati.

Dato che la donatrice di un ovulo deve essere una donna giovane, fertile e in buona salute, ci si aspetta che i suoi ovuli siano di alta qualità. I risultati ottenuti con tali ovuli non possono necessariamente essere applicati alla popolazione infertile o alle pazienti di cancro. Una sotto-analisi dei dati riguardo gli ovuli propri è stata effettuata, ma in questo caso il numero dei casi e dei controlli era ovviamente molto più basso.

C'è necessita di mettere insieme ulteriori dati sui risultati ostetrici e perinatali così come sullo sviluppo nella prima e seconda infanzia a seguito dell'uso di ovociti vitrificati. E' tuttavia rassicurante in questa fase che, basandosi sulle informazioni disponibili, non si siano riscontrati effetti nocivi con questa tecnologia.

Fonte: PubMed

17 novembre 2014

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