Alitalia, le domande di un pilota
Ieri sera è andata in onda su Rai 3 la puntata di Report dedicata alla vicenda Alitalia.
Il merito più evidente della Gabanelli è stato quello di far emergere quanto l'accordo raggiunto sia gracile, condizionato da scelte che ancora debbono essere prese, in particolare in sede europea.
Riceviamo e pubblichiamo il contributo di uno degli "spettatori involontari".
Ci si è mai chiesti che cosa c'entra Airone con la Privatizzazione dell'Alitalia il cui azionista di maggioranza è ancora il Tesoro?
Perché i cittadini (azionisti di maggioranza perché il Ministero del Tesoro mi pare essere ancora dei cittadini) devono accollarsi anche i debiti di Airone azienda a capitale totalmente privato oltre che quelli di Alitalia?
Perché mai nessuno durante i giorni "caldi" della vicenda ha mai fatto menzione delle condizioni finanziarie di Airone che entrava nel "calderone" CAI?
Perché la maggior parte degli aeroplani fermati appartiene alla flotta Alitalia e non ad Airone?
Pensate forse che una compagnia ridimensionata nei voli di lungo raggio tale da diventare un vettore nazionale ed europeo possa facilmente competere con i vettori low cost?
Avete mai controllato in quali stati sono registrate le sedi delle aziende di molti degli imprenditori che devono difendere l'italianità dell'Alitalia?
Qualcuno si è mai occupato dei crediti che Banca intesa (Advisor scelto dal Governo per la privatizzazione di Alitalia) ha nei confronti del gruppo Airone?
Non vi sembra un po' pretestuosa la campagna mediatica orientata quasi esclusivamente sulla categoria dei piloti e dei suoi privilegi (gradirei sapere quali) e della loro bassa produttività?
Quanti sanno che il mio contratto pone come limite massimo di impiego 17 ore continuative che in casi eccezionali possono arrivare a 19?
Con tali limiti come si può parlare ancora di aumento di produttività?
Quale categoria di lavoratori può fare tale turno?
Il mio contratto prevede 35 riposi a trimestre che fanno circa 11 giorni e mezzo al mese. Certo non sono gli otto o 10 al mese (week end) dei normali lavoratori, ma quando sono fuori per lavoro non ci sono 24 ore su 24. Se sono dall'altra parte del mondo e mia moglie o mio figlio si sente male pensate che io possa alzarmi uscire dall'ufficio e correre a casa?
Quanti sanno che ogni sei mesi, fino ad un giorno prima della pensione, devo fare un controllo per testare il mio livello di preparazione pratica e teorica al simulatore di volo?
Quanti sanno che se non lo passo non posso volare e che se non lo passo per due volte consecutive giustamente vengo licenziato?
Quante categorie di lavoratori al mondo si sottopongono (per legge) a questi controlli?
Quanti sanno che il numero di equipaggi per aeroplano che chiedeva Air France, i cui piloti si è sempre sbandierato ai quattro venti fanno più ore di volo di quelli Alitalia, era maggiore di quelli chiesti da CAI?
Air France veniva forse a fare beneficenza facendoci volare meno dei suoi piloti?
Come è possibile che Air France, pagando i suoi piloti circa il 30% in più di Alitalia, lo scorso anno è stata la compagnia aerea che ha fatto più utili al mondo?
Qualcuno, in questi giorni, ha mai parlato di quali voci del bilancio Alitalia sono le principali responsabili dei forti passivi e quindi di conseguenza quale la criticità nella quale intervenire in un eventuale piano di rilancio?
Pensate forse che i piloti, selezionati professionalmente e psicologicamente, per farsi carico della responsabilità della vita di centinaia di persone, fossero proprio così stolti capricciosi e viziati da voler affondare un patrimonio dell'Italia e degli italiani e soprattutto rischiare di perdere il proprio lavoro perché non volevano rinunciare a questi "famosi" privilegi di cui tanto si parla?
Pensate che con moglie (senza reddito) un figlio, uno in arrivo ed un mutuo da pagare per altri 16 anni mi possa permettere di dire no a tutta questa operazione della CAI solamente per un semplice capriccio?
Alla luce di queste domande, e ce ne sarebbero altre decine, lo slogan usato dai dipendenti e tanto strumentalizzato come segno di irresponsabilità "meglio falliti che in mano a 'sti banditi", è proprio così sbagliato o potrebbe avere un fondamento?
Forse se si prova a dare risposta a queste domande magari si esce fuori da questo tunnel cognitivo nel quale l'opinione pubblica e i media si sono infilati.
Roberto Giovannetti (Pilota Alitalia)
Pagina pubblicata il 13 ottobre 2008