Abolita la procedura “anti dimissioni in bianco”

La legge 188/2007 in vigore dal 5 marzo 2008 consentiva al lavoratore di manifestare in modo autonomo la volontà di interrompere il rapporto di lavoro attraverso un sistema attivo per via telematica.

Il lavoratore attraverso il sito del Ministero del Lavoro poteva compilare un modulo valido per tutto il territorio nazionale, con scadenza a 15 giorni e che ha caratteristiche di non falsificabilità.

Dunque il governo Prodi aveva trovato una legge pratica e veloce per contrastare il vergognoso fenomeno delle dimissioni in bianco: un foglio di dimissioni senza data fatto firmare al lavoratore contestualmente alla firma del contratto di lavoro, quando il rapporto di forza tra i contraenti è a favore del datore.

Una legge fortemente voluta dai movimenti femministi e sostenuta da deputate di diversi schieramenti, votata con ampio margine al Senato e con solo 3 voti contrari alla Camera.

E’ intuibile come questa pratica (che ben conoscono le donne, prime vittime quando scelgono di avere un figlio) espone il lavoratore ad un continuo ricatto, a un disagio permanente e permette al datore di lavoro di avere la piena libertà di decidere quando licenziare senza dover rispondere agli obblighi di legge, ma a sua totale discrezione.

Dal 25 giugno 2008 siamo tornati al vecchio sistema: in base a quello che viene esibito come “il principio di libertà di forma delle dimissioni”, il governo Berlusconi ha abolito la nuova procedura telematica con il decreto 112, smantellando, dopo un dibattito di pochi minuti, quello che è stato un lavoro nato dalla concertazione di una collaborazione trasversale, studiata a tutela dei lavoratori.

Un comunicato del Ministero del Lavoro informa che il decreto legge è stato approvato su proposta dei ministri Tremonti, Scajola, Brunetta e Sacconi e che abolisce con decorrenza immediata l’obbligo delle dimissione on line.

Angelo Bonelli dei Verdi dichiara "Si tratta di una norma immorale, iniqua e di un'ingiustizia sociale unica. Così il Governo Berlusconi sta perseguitando i lavoratori precari ed impedisce a milioni di giovani italiani di sperare in un futuro migliore. Si calpestano i diritti di milioni di precari ed il Governo Berlusconi dimostra di essere sempre piu' schierato con i poteri forti che non a caso plaudono”.

di Gabriella Pacini

Pubblicato 22/12/2008

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