Donne musulmane, un ddl contro il velo integrale

(Roma) Emanuela Baio, Paola Binetti, Magda Negri, Helga Thaler, Loredana De Petris, Simonetta Rubinato e Franca Rame, hanno illustrato ieri al Senato, nel corso di un incontro dal titolo 'Sicurezza e integrazione: un percorso possibile', alla presenza di alcuni esponenti della Consulta islamica, tra i quali Mario Sciajola e Suad Sbai, presidente dell'associazione donne marocchine in Italia, un ddl che non vieta in iItalia l'uso del velo, purché questo lasci scoperto il volto.

"Indossare il 'burqa' lasciando il volto scoperto sembra un buon modo per integrare e rispettare le culture religiose di ognuno - recita la presentazione della proposta - senza perdere di vista la necessità  di tutelare e garantire la sicurezza di tutti''.

Il disegno di legge prende spunto da una circolare del ministero degli Interni del 2000 che impediva "l'uso in pubblico di capi d'abbigliamento idonei a travisare i tratti delle persone che li indossano" e punta a modificare una legge del 1975 "in materia di tutela dell'ordine pubblico". Il testo consta di un solo articolo, che recita: "Negli istituti scolastici pubblici e parificati, di ogni ordine e grado, in tutti i luoghi pubblici o aperti al pubblico, i segni e gli abiti che, liberamente scelti, manifestino palesemente l'appartenenza religiosa dei soggetti devono ritenersi parte integrante degli indumenti abituali e concorrono, nel loro insieme, a identificare chi li indossa, a condizione che la persona mantenga il volto scoperto e riconoscibile".

A Emanuela Baio (Dl), prima firmataria del disegno di legge, il presidente del Senato, Franco Marini ha espresso apprezzamento per l'iniziativa che è "un approccio al fenomeno dell'immigrazione, guidato da una visione della multiculturalità  come fattore positivo e improntato altresì al rispetto del valore costituzionale della libertà  religiosa" ed "è oggi quanto mai importante". "In questo senso ' continua Marini - ritengo che dall'impegno dimostrato da te e dalle colleghe senatrici coofirmatarie del ddl di modifica della legge n.152 del 1975, e dall'incontro odierno, possano scaturire iniziative e soluzioni efficaci e condivise sul tema dell'immigrazione".

'Credo che ciascuna debba avere il diritto di manifestare il proprio credo religioso e la propria cultura, rispettando al contempo la cultura e le leggi del paese in cui vive, come l'Italia' ' ha detto le senatrice Negri, ricordando che 'Si tratta di un disegno di legge importante, perché valorizza la mutliculturalità , la libertà  religiosa e quella femminile'. 'Ogni volta che ci confrontiamo con le donne musulmane, prosegue la senatrice - , scopriamo che le questioni che stanno loro più a cuore riguardano la libertà , il lavoro e l'istruzione. C'e' ancora molto da lavorare per la piena cittadinanza di queste donne nel nostro Paese'. ''L'idea di dare alle donne la libertà  di indossare o meno il velo in Italia, purché il loro volto sia scoperto', piace ed è largamente condivisa da tutte le musulmane, ha spiegato Sbai sottolineando che 'anche le donne vicine all'Ucoii hanno sostenuto ciò che noi diciamo da tempo.

Il velo integrale in realtà  è contro la libertà  delle donne, e per questo ritengo che l'iniziativa di oggi sia solo l'inizio di un lungo cammino da fare per difendere i diritti delle donne musulmane''. Si tratta invece di un'iniziativa inutile e propagandistica per Carolina Lussana (Lega Nord), per la quale non ha senso disciplinare per legge una cosa che già esiste. 'E' forse vietato ' continua - che le donne musulmane in Italia indossino il velo nei luoghi pubblici o aperti al pubblico, a condizione che il volto sia scoperto e riconoscibile' No.

"Il divieto di velo integrale esiste già  e quindi la proposta di legge non aggiunge nulla di nuovo. Si tratta solo di applicare la legge. La vera battaglia a favore delle donne deve essere invece quella di metterle nella condizione di scegliere liberamente se indossare o meno il velo. Le donne della sinistra ancora una volta rincorrono il tema della condizione della donna musulmana nel nostro Paese senza affrontarlo veramente. Il vero problema e' che molte donne musulmane che abitano da noi non indossano il velo per convinzione, ma per costrizione o paura".

Pagina pubblicata il 30 maggio 2007

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