Cannabis terapeutica, la Toscana apre all'uso del buon senso

La Commissione sanità del Consiglio regionale della Toscana, presieduta da Marco Remaschi (Pd), ha approvato una proposta di legge regionale sull'uso terapeutico della marijuana, con il voto contrario di Pdl e Udc.

Si vuole consentire ai cittadini della toscana di raggiungere il livello di altri paesi, utilizzando i derivati della marijuana che in altri paesi si prescrivono normalmente per i dolori, la nausea, e non solo.

Questa proposta ha visto la partecipazione non solo di associazioni contro il dolore, ma anche di quella dei malati di sclerosi multipla. In Canada infatti viene utilizzato proprio per questa malattia.

Vediamoli, allora questi farmaci stranieri.

Il dronabinol (registrato come Marinol in USA, ma prodotto anche in Germania) e il nabilone (Cesamet), entrambi approvati per il trattamento della nausea e del vomito nelle chemioterapie antitumorali e nell'anoressia in malati di AIDS, sono cannabinoidi di sintesi, cioè fabbricati in laboratorio.

In Olanda invece si possono acquistare due prodotti a base di infiorescenze di Cannabis Sativa, il Bedrocan e il Bedrobinol.

In Canada esiste il Sativex, estratto naturale a contenuto standardizzato di THC e CBD, registrato per il trattamento del dolore neuropatico nella sclerosi multipla.

Possono già adesso essere importati se a richiederlo è un medico che compila la richiesta di importazione per quel paziente.

Perché allora tanto clamore di fronte alla proposta della Regione Toscana che sarà discussa il 2 maggio, che introduce anche in quella regione la possibilità di utilizzare farmaci a base di Cannabis, per ridurre gli effetti collaterali della chemioterapia e per altri usi sanitari?

Tutto in questo Paese si trasforma in un conflitto ideologico. Cose che negli altri paesi vengono regolate da leggi  discusse nelle apposite istituzioni, dagli addetti ai lavori e dalle associazioni di malati, nel nostro si trasformano un dibattito sui costumi e sulla difesa della società che altrimenti, crollerebbe se non ubbidissimo a forze che pretendono di controllare la scienza e la libertà di cura di tutti noi.

I cannabinoidi di sintesi sono usati da milioni di malati negli Stati Uniti, e in molti altri paesi i farmaci a base di marijuana sono regolarmente prescritti, con la raccomandazione di non condividerli con nessuno.

Come è giusto che sia per ogni farmaco.

Ma il vecchio spettro sesso droga e rock'n roll agita le coscienze dell'UDC e del PDL che si oppongono a che l'Italia possa uniformarsi ad altri paesi.

In questo come in altri problemi.

L'attacco all'autodeterminazione degli italiani è sempre più violento e ridicolo, privo di senso comune.

Lisa Canitano

Vita di Donna Onlus

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27 aprile 2012

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