Aborto al San Camillo, il pm apre l'inchiesta per la complicanza

ROMA - Una donna tre mesi fa decide di interrompere la propria gravidanza, in seguito a una diagnosi di malformazione e si reca per l'intervento presso il San Camillo.

Dopo l'intervento di aspirazione torna a casa, come si fa nella grande maggioranza dei casi.

Nella nottata ha delle contrazioni uterine e quando si sveglia vede una grande quantità di sangue. Negli slip c'è il feto, che non è stato aspirato durante l'intervento.

La storia viene raccontata dagli studi di "Radio radio" dall'avvocato della donna.

Dopo aver trovato il feto la giovane si è recata presso il San Giovanni, dove le hanno proposto un raschiamento che ha rifiutato.  Dopo essere stata dimessa chiederà aiuto all'Ospedale Vannini, che le prescriveranno dei farmaci e una visita psichiatrica per stato d'ansia reattivo.

Il Direttore generale dell'Ospedale San Camillo, Aldo Morrone, afferma che ci saranno accertamenti per evidenziare eventuali responsabilità da parte dei sanitari.

Claudio Donadio, il Direttore dell'Unità Operativa di ginecologia e ostetricia ricorda però che ci sono delle complicanze possibili, dopo un'aspirazione, e che proprio per questo, come si fa di regola, le era stato dato un appuntamento per un controllo ecografico qualche tempo dopo.

Il Pubblico Ministero ha disposto il sequestro delle tre cartelle.

Cosa dire? Un interruzione della gravidanza per malformazione è sempre un trauma terribile per la donna, ma tutta la chirurgia ha complicanze e questa è una complicanza possibile, legata alla tecnica operatoria dell'isterosuzione, peraltro una tecnica meno invasiva e meno pericolosa del classico raschiamento.

Sbaglia chi sbatte il mostro in prima pagina aizzando le folle a prendersela con il medico che ha sbagliato.

Il medico ha fatto il suo lavoro in scienza e coscienza, come si dice, al meglio che ha potuto. E' stato eseguito un controllo ecografico post operatorio che non ha evidenziato l'embrione, probabilmente già in fase di espulsione.

E' chiaro che in questo caso al dramma di scegliere di abortire davanti a una malformazione si aggiunge il trauma della complicanza operatoria.

I medici che interrompono le gravidanze sono a fianco delle donne in questi momenti. Ma sono medici come tutti gli altri, e sono soggetti a complicanze postoperatorie, come tutti.

29 marzo 2012

Per approfondire:

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