Allattamento artificiale. Suggerimenti

Quando il latte materno non è disponibile (o non si vuole allattare al seno) si deve ricorrere all'allattamento artificiale

Come vediamo nella tabella 1 le differenze di composizione tra latte umano e vaccino sono notevoli perchè notevole è la differenza di crescita tra il piccolo d'uomo e quello della mucca.

Dobbiamo infatti pensare che il lattante nei primi tre-quattro mesi deve raddoppiare il proprio peso e crescere quindi tre-quattro chili; il piccolo della mucca dovrà invece avere nutrimento per aumentare qualche decina di kg. nello stesso periodo.

Per ottemperare alla necessità di fornire un alimento quanto più possibile simile al latte materno, è stato creato il latte in polvere "adattato".

In commercio esistono vari tipi di questo latte per lo più accomunati dalla necessità di essere diluiti in una quantità di acqua prestabilita, anche se molti si possono trovare già allo stato liquido.

Questi sono definiti anche "formulati o formule" in quanto hanno una composizione in proteine, grassi e zuccheri che rispetta le indicazioni dettate dalle associazioni pediatriche internazionali.

Bisogna sempre tenere presente che l'acqua dovrà essere messa nel biberon prima della polvere e che il volume del latte ricostituito sarà leggermente superiore a quello della sola acqua.

È sempre consigliabile utilizzare acque prive di disinfettanti, batteriologicamente pure e con un contenuto di calcio e di altri minerali disciolti, sufficientemente basso. In commercio esistono molte marche per cui non rimane che l'imbarazzo della scelta.

Le più moderne formule di latte adattato sono spesso caratterizzate dalla presenza accanto al nome commerciale di una numerazione progressiva (1-2-3) ad indicare le diverse età del lattante per cui sono state studiate.

Si intende per il latte tipo 1 quello da usarsi fino a circa il 4 mese allorchè verrà sostituito dal latte di "proseguimento" o tipo 2 , arricchito in alcune componenti, come il ferro, per adeguarlo alle mutate esigenze nutrizionali del lattante.

Discorso a parte merita l'uso del latte vaccino non trattato industrialmente, il così detto "latte della Centrale". Come abbiamo visto esso avrà una composizione chimica profondamente diversa da quello materno e dovrà essere quindi modificato.

La modificazione più comune riguarda il dimezzamento o la riduzione percentuale del suo contenuto proteico, maggiore che nel latte materno, mediante la diluizione del latte con acqua; sarà però necessario aumentare il contenuto calorico aggiungendo dello zucchero in una percentuale del 5% (circa 1 cucchiaino ogni 100 gr di latte).

Tali aggiustamenti non avranno il risultato di ottenere un alimento sovrapponibile al latte materno ma solo grossolanamente simile.

Per questa ragione attualmente si cerca di evitare l'introduzione del latte vaccino prima dell' 8° - 9° mese.

Alcune linee guida ne sconsigliano l'uso fino al compimento dell'anno per possibili intolleranze con rischio di anemia.

Non sarà necessario far bollire il latte della Centrale prima di utilizzarlo; sarà sufficiente riscaldarlo a bagnomaria (al fine di non distruggere proteine e vitamine sensibili alle alte temperature).

La quantità di alimento potrà essere calcolata nelle prime due settimane tenendo conto secondo la formula: (gg. vita - 1) x 70/80; il risultato va diviso per il numero dei pasti.

Il numero delle poppate varierà principalmente in relazione al peso del neonato considerando in media 6/7 pasti il primo mese con un intervallo di 6 ore notturne per permettere anche alla madre di riposare.

Se ad esempio abbiamo un neonato di 4 kg. e 10 gg di vita il quantitativo di latte da somministrare nelle 24 ore sarà di 630 g. da suddividere in 6 pasti [(10 - 1) x 70= 630].

Dopo le prime due settimane la quantità verrà calcolata moltiplicando il peso del neonato x 150 e poi dividendo per il numero dei pasti.

Quanto abbiamo detto finora è valido per neonati normali nati a termine e di peso adeguato; in caso contrario si dovrà ricorrere ai consigli del pediatra, evitando tassativamente di utilizzare il latte della Centrale nei primi mesi di vita.

Per concludere, alla luce delle attuali conoscenze circa i fabbisogni alimentari del neonato e la fisiologia della digestione, è sempre preferibile affidarsi alle indicazioni del medico ed evitare scelte autonome o basate su consigli di altre persone (madri, sorelle, conoscenti) le quali, in base ad una presunta esperienza personale, forniscono spesso indicazioni non adeguate ed in conflitto tra loro creando dubbi ed incertezze nella mamma giovane ed inesperta.

Tabella 1

  Latte vaccino (gr/100 ml) Latte materno (gr/100 ml)
ACQUA 8,7 8,8
PROTEINE 3,5 1,5
CASEINA 3 0,5
LATTOALBUMINA 0,5 1,0
LATTOSIO 4,8 7,3
GRASSI 3,7 3,8
ACIDI GRASSI ESSENZIALI 0,10 0,35
MINERALI 0,72 0,21
CALORIE ca 68 (kcal/100 ml) 73/75 kcal/100 ml

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Pagina aggiornata il 7/11/2009

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