Le anomalie introdotte dalla legge 40

Da esperti italiani e stranieri riuniti a Venezia per il XIII XIII Congresso mondiale della International Academy of Human Reproduction arriva un preoccupato bilancio sulla legge 40.

Secondo i dati esposti durante il convegno, la legge penalizza le donne italiani incrementando il numero dei parti gemellari ma, paradossalmente diminuendo il numero delle gravidanze Le coppie italiane che ricorrono alla fecondazione assistita avranno, in un caso su 4, due gemelli.

E per il 5% il parto sarà trigemellare, con rischi per la donna e i bambini. Un trend opposto a quello degli altri Paesi europei, dove ogni anno si registra una lenta ma costante diminuzione delle nascite multiple, tanto che l'incidenza di gravidanze trigemine è ridotta quasi allo 0%.

L'anomala situazione della Penisola è conseguenza della legge 40 sulla fecondazione assistita, in vigore dal 2004, sottolineano gli esperti, italiani e stranieri riuniti a Venezia per il XIII Congresso mondiale della International Academy of Human Reproduction, che si è concluso ieri.

Questa normativa "penalizza le italiane - sottolinea Pasquale Patrizio, direttore del Centro della fertilità dell'Università di Yale, negli Usa - e ha effetti paradossali: sono in crescita i parti multipli nelle donne giovani (under 37) ed è aumentato il numero di cicli necessari per ottenere le stesse chance di successo, soprattutto nelle aspiranti mamme con più di 38 anni. Si tratta di un'anomalia che ci vede da soli fra tutti i Paesi occidentali e che costringe le donne ad un vero e proprio 'esilio riproduttivo'", spiega l'esperto. A un anno dall'entrata in vigore, il numero delle coppie che avevano varcato i confini nazionali era quasi triplicato (3.610) e a fine del 2006 era cresciuto ulteriormente (4.173).

"Il nostro obiettivo è partire dai dati e dal raffronto con altri Paesi per portare al legislatore elementi concreti in base a cui valutare l'impatto delle norme adottate", afferma Andrea Genazzani, direttore della cattedra di Ostetricia e ginecologia all'Università di Pisa e presidente del Congresso, occasione di confronto fra esperti italiani e stranieri su questi temi. "Stamattina - racconta ancora Genazzani - abbiamo attivato un collegamento in diretta con il Parlamento europeo per seguire la discussione sulle sfide della medicina riproduttiva in Europa. Un dibattito su cui, da esperti, possiamo portare un contributo determinante per indirizzare le scelte di politica sanitaria.

All'estero - prosegue - si utilizzano tecniche di selezione degli embrioni estremamente avanzate, tanto che le percentuali di successo, anche con l'impianto di uno solo, raggiungono il 50%. In Italia, invece, è vietato il congelamento degli embrioni". Un vantaggio, per gli specialisti, la legge comunque l'ha avuto.

"Unico aspetto positivo di questa norma - spiega Paolo Artini, segretario scientifico del Congresso e presidente della Società italiana di embriologia - è che ha spinto i nostri ricercatori ad affinare la ricerca sui gameti (spermatozoi e ovuli) e a sviluppare in particolare la vitrificazione degli ovociti.

Tecnica che mostra i primi incoraggianti risultati, su cui il resto del mondo guarda all'Italia come avamposto". Si potrebbe arrivare allo sviluppo di 'banche' di ovociti, sia eterologhe che omologhe, per preservare la fertilità. Le coppie sterili in Italia sono circa tre milioni: di queste, in circa il 35,4% dei casi è l'uomo a presentare il problema, nel 35,5% dei casi la causa è femminile, nel 15% di entrambi i partner e nel 13,2% è inspiegata.

Sterilità, cause e cure

Pagina pubblicata il 08 marzo 2009

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