Dietisti e obesità infantile, a scuola non si controlla l'alimentazione
Allarme su sovrappeso e obesità, e questa volta sono i bambini a essere al centro dell'attenzione.
Infatti uno su tre è in sovrappeso mentre uno su 10 è obeso. Il rischio è che per il 50% di questi bambini c'è la possibilità che anche in età adulta siano obesi.
A lanciare l'allarme è l'Associazione Nazionale dei Dietisti Italiani (ANDID) nel corso del Congresso Nazionale che si tiene oggi a Verona.
I bambini a scuola si nutrono male, soprattutto quelli di età tra gli otto e i nove anni. Assumono cibo in modo sbagliato sia per quanto riguarda la quantità che per il numero dei pasti della giornata.
Giovanna Cecchetto, presidente dell'ANDID, spiega che i menu dovrebbero essere preparati da un dietista e adattati alla crescita dei bambini ma "raramente nelle sale mensa sono controllati gli abbinamenti dei cibi, e meno ancora si verifica che i bambini scelgano correttamente gli alimenti e completino i piatti".
Poi c'è il problema del cosiddetto cibo spazzatura, patatine fritte o merendine preconfezionate che i genitori troppo spesso prediligono come spuntino tra un pasto e l'altro. Anche la colazione e la cena, in fatto di controllo, lasciano a desiderare.
Secondo i dati dell'istituto Superiore di Sanità (Iss) il 36% delle madri che hanno bambini obesi o in sovrappeso ritiene che il proprio figlio sia invece di peso normale. Soltanto il 29% delle mamme pensa invece che il figlio mangi troppo.
La Cecchetto spiega che l'obesità infantile va combattuta fin da neonati "favorendo il più possibile l'allattamento protratto al seno e tenendo sotto controllo l'eccessivo recupero di peso nei primi anni di vita".
L'esperta cita diversi lavori scientifici che riportano dei dati secondo i quali il 50% dei bambini obesi si porteranno la condizione di obesità anche nell'età adulta. Ciò può favorire, spiega Cecchetto, "la prevalenza elevata alla sindrome metabolica, strettamente connessa al tipo di alimentazione, già in età adolescenziale".
Ma i problemi non finiscono qui, infatti la mancanza di attività fisica va ad aumentare i problemi di un'alimentazione scorretta. E anche su questo il dato è preoccupante, infatti soltanto il 43% dei genitori di figli obesi che fanno poco movimento pensa che il proprio figlio svolga un'attività fisica insufficiente.
Quindi, secondo gli esperti, la soluzione potrebbe venire dalla scuola. Ma anche qui non ci siamo. Infatti secondo i dati diffusi da Okkio alla Salute, la mensa è presente soltanto nel 68% delle scuole, il 38% distribuisce a metà mattina alimenti che fanno bene alla salute come frutta e yogurt. Infine nel 34% delle classi si svolge attività fisica settimanale per meno di due ore.
Per approfondire:
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19 aprile 2012