I dentisti italiani sono troppi
Da grande farò il dentista: sembra essere questo il desiderio dei ragazzi italiani. Non si spiegherebbe altrimenti che nel nostro Paese si contano oltre 56 mila dentisti, in media uno ogni mille abitanti.
Un fenomeno che tocca punta estreme in alcune regioni, come nel caso della Liguria, dove troviamo un professionista ogni 745 persone E' quanto emerge dall'analisi del Centro elaborazione dati della Fnomceo (Federazione nazionale Ordini medici chirurghi e odontoiatri) sugli iscritti all'Albo degli odontoiatri suddivisi per zone geografiche.
Un fenomeno unico in Europa, il doppio di quanto indicato dall'Organizzazione mondiale della Sanità, secondi cui il rapporto ottimale dovrebbe essere un dentista ogni 2 mila persone. Valore che negli altri Paesi europei sembra rispettato. Secondo i dati del Council of European Dentists, infatti, in Gran Bretagna troviamo un dentista ogni 1.974 abitanti, uno su 1.887 in Spagna e uno su 1.556 in Francia.
"Questo scenario italiano - spiega all'ADNKRONOS SALUTE il presidente dell'Associazione nazionale dentisti italiani (Andi), Roberto Callioni - rischia di sgretolare la categoria. Siamo in troppi, c'è un eccesso di offerta. Alcuni studi privati stanno già chiudendo. E siamo solo all'inizio. La proiezione per i prossimi anni è spaventosa.
Con l'entrata in vigore della direttiva europea sulla libera circolazione dei professionisti, arriveranno molti laureati in odontoiatria da altri Paesi. Senza contare - aggiunge - i ragazzi italiani che si laureano all'estero, dove i test di ingresso alle facoltà sono più semplici che da noi".
Nello specifico, le regioni dove 'giri l'angolo e trovi un dentista' sono la Liguria, con un rapporto di un professionista ogni 745 abitanti, e l'Abruzzo con un rapporto di un dentista ogni 796 cittadini. Ma anche nel Lazio, dove esercitano la professione 6.135 camici bianchi, c'è un rapporto dentisti/abitanti pari a 1 su 833. Poco più di 900 persone per dentista in Friuli Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia, dove troviamo la bellezza di 9.417 iscritti all'Albo.
"L'unico rimedio certo - spiega Callioni - sarebbe quello di chiudere l'accesso per qualche anno alla facoltà di Odontoiatria. Ma è una soluzione impraticabile, anticostituzionale. Quello che si può fare è almeno rendere più severa l'iscrizione all'Albo degli stranieri". Un futuro poco roseo sembra quindi prospettarsi per gli aspiranti appartenenti alla categoria. "Purtroppo è così", ammette il numero uno dell'Andi. "Tanto è vero - conclude - che forse scoraggerei un giovane che volesse intraprendere la professione, senza alle spalle uno studio avviato".
Pagina pubblicata il 26 novembre 2009