Pronto soccorso San Camillo di Roma, si curano i pazienti distesi in terra

Hanno fatto notizia le foto dei malati distesi in terra per essere curati. Il Dipartimento d'emergenza del San Camillo non sa più dove mettere i pazienti, anche quelli che giustamente si rivolgono al Pronto Soccorso perché in grave pericolo, i codici rossi.

Non possiamo però non sapere che il piano di rientro del deficit della Regione Lazio, che vieta di reintegrare il personale che va in pensione, ha la sua responsabilità in questo sovraffollamento.

L'igiene del Pronto Soccorso si fa sul territorio, garantendo percorsi diagnostici protetti, dando ciò che serve a chi ne ha bisogno nei giusti tempi, ed evitando così che i Pronto Soccorso si riducano come fortezze nel deserto dove persone che spesso non sono esenti dal pagamento del ticket più super ticket,  ma che  essendo in difficoltà economiche quando stanno male cercano di curarsi senza pagarlo o senza aspettare dei mesi.

Così si ammassano, in cerca di un'ecografia, una radiografia o semplicemente una visita specialistica. Non è solo il problema di avere altri posti letto, che pure servono, o di ampliare i Pronto Soccorso. Si tratta di fare una robusta cura di appropriatezza alla nostra sanità.

Il Dottor CUP, per esempio, che permette ai medici di prenotare rapidamente un esame che si ritiene urgente (provare per credere, anzi chiedere di provare al vostro medico), consente a pazienti affetti da dolori insorti da poco, di dare un nome ai loro problemi.

Può permettere, meglio ancora, di prenotare una visita urgente con uno specialista, per esempio l'ortopedico per il mal di schiena, invece della risonanza magnetica, che, con un'attesa di due o tre giorni ci può chiarire le idee su come stiamo.

Non è degno di una sanità pubblica moderna lo spettacolo di un medico che mette in mano la richiesta bianca e rosa a un paziente sofferente dicendogli "veda un po' dove c'è posto prima".

Le prenotazioni con lista d'attesa vanno riservate a chi fa dei controlli periodici, e quindi si può prenotare in anticipo, e a chi fa controlli tutto sommato non poi così necessari, "di sicurezza", che non hanno dimostrato di essere utili fatti senza un motivo preciso.

Il resto il medico deve poterlo prenotare al momento, per il suo paziente, quello che ha di fronte.

La robusta cura quindi comincia dalla gestione delle agende con gli appuntamenti. Tutti gli ambulatori a carico della Regione Lazio, sia quelli per esempio della Sapienza, struttura di proprietà pubblica, che quelli del Policlinico Gemelli, struttura di proprietà privata, ma che eroga un servizio pubblico, devono essere prenotabili dal RECUP.

Tutti i medici che lavorano in questi presidi devono poter utilizzare come da contratto il ricettario regionale. Il patrimonio della sanità pubblica non va svenduto a convenzionati e accreditati che garantiscono magari un gran numero di prestazioni fatte le quali i pazienti non sanno cosa devono fare.

La sanità pubblica deve mantenere il controllo dei programmi e acquistare dai privati quello che serve, secondo i suoi criteri di appropriatezza. Insomma la sanità va governata con attenzione, competenza e passione.

Non certo mettendo in giro i camper, a scopo promozionale personale, fornendo prestazioni a pioggia, senza capo né coda, senza un percorso chiaro, senza sapere cosa faranno quei pazienti fatti entrare nei camper come nelle fiere di paese, e che ne escono con pezzi di carta il più delle volte utili come assegni a vuoto.

Ed ecco che allora il Pronto Soccorso, unica struttura che deve dare una risposta immediata, si ingolfa di pazienti che potrebbero essere assistiti altrove, e soprattutto meglio.

Il Ministro Balduzzi ha scritto agli Assessori alla Salute per discutere con loro il Programma Nazionale Esiti, che valuta le strutture sanitarie.

Ha rilevato che le differenze fra un ospedale e un altro, nella stessa regione, e fra una ASL e l'altra, sono molto maggiori di quelle fra regione e regione.

Ha detto che non si tratta di dare pagelle ma di pensare soluzioni, attività che in linguaggio sanitario si chiama auditing.  Bisogna governare,  quindi, e con le idee chiare.

Nel nostro paese le competenze non mancano, anche se gli interessi economici e quelli di potere il più delle volte prevalgono su quelli delle cittadine e dei cittadini, e il Ministro Balduzzi conosce bene chi può farlo.

Non resta che augurargli buon lavoro.

Lisa Canitano

14 febbraio 2012

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