Ergastolo a Brega Massone per la clinica degli orrori, subito arrestato

E’ difficile scrivere di quanto accaduto nell’aula della prima Corte di Assise di Milano dove un medico, un primario di chirurgia toracica, è stato condannato all’ergastolo per omicidio volontario plurimo.

Reato aggravato dalla crudeltà con la quale ha agito e dal fine che perseguiva che non era il benessere del paziente ma il suo personale guadagno economico.

E’ difficile per me immaginare che un medico possa aver commesso tali crimini che, peraltro, sono stati ampiamente accertati dai giudici, e che hanno portato la Corte stessa a chiedere l’arresto in aula del medico e la sua traduzione immediata in carcere.

Questo medico, Pier Paolo Brega Massone, insieme con altri due colleghi, Fabio Presicci e Marco Pansera, anch’essi condannati a pene pesantissime tra i 26 ed i 30 anni di reclusione, a cui si sono aggiunti l’ex responsabile del reparto di riabilitazione della clinica, Renato Scarponi, condannato a più di due anni di reclusione, ed un paio di anestesisti condannati a pene di un anno e sei mesi, avevano costituito una specie di associazione criminale finalizzata ad incassare i rimborsi che arrivavano dalla Regione Lombardia per gli interventi effettuati.

Per fare soldi non hanno esitato a creare un sistema, che i giornali hanno definito quello della “clinica degli orrori” in cui poco importava della reale necessità di intervenire e della sofferenza inutile provocata ai malati, dolore che arrivava alla morte dei pazienti, pur di aumentare i rimborsi regionali.

Parliamo di decine e decine d’interventi su pazienti portati sul tavolo operatorio pur in assenza di alcuna indicazione all’intervento non esitando, “per soldi e nulla più”, a eseguire interventi inutili per i pazienti e costringendoli a subire perfino delle mutilazioni, non fermandosi nemmeno di fronte a malati in fase terminale, dimostrando, come i giudici hanno detto, di non possedere neanche il “il senso dell’umana pietà”.

Personalmente non ce la faccio ad entrare nel dettaglio delle cose orribili che hanno commesso, e che fanno parte di una galleria degli orrori indescrivibile, vorrei solo ricordare, in primo luogo, ciò che il pubblico ministero del processo, dottor Siciliano, ha detto terminando la sua requisitoria: ”Mio padre era medico di base, io e i miei fratelli siamo cresciuti tra i malati, abituati a vedere la sofferenza e oggi la mia gratitudine va a tutti i medici che ogni giorno affrontano la sofferenza dei loro pazienti”.

A questo vorrei aggiungere che casi, come questo della clinica degli orrori a Milano, accadono perché mancano strutture che operino seri controlli su quanto viene messo a rimborso dalle Regioni, come per esempio è accaduto nel caso dell’ospedale Israelitico a Roma in cui milioni di euro sono sati sottratti a tutti noi, attraverso fatturazioni false e gonfiate (ma almeno ai pazienti non facevano nulla).

La sanità, e questa è la mia opinione, non esiste per produrre redditi ma solo per produrre salute per i cittadini, circostanza troppo spesso dimenticata, e allora si comincia a parlare di aziende come se una struttura che deve erogare salute possa e debba rispondere alle stesse leggi di mercato che regolano la vita di imprese vere come quelle che producono formaggi o qualunque altro prodotto.

La sanità, e soprattutto i politici che la governano e decidono la policy del sistema sanitario, non vanno giudicati in conformità a quanti rimborsi prendono, ma in base alle risposte che sono in grado di dare a semplici domande quali:

Di quanto è aumentato il tasso di malattie infettive tra i nostri figli?

Quanta acqua di quella che beviamo è priva di contaminanti pericolosi?

Quanta gente ha avuto accesso alla sanità in tempi ragionevoli?

Quanti anziani, in una società sempre più vecchia, ricevono assistenza a domicilio?

Se può essere vero che per alcuni strumenti i costi possono essere differenti fra Torino e Roma, questo vale anche per il costo di una siringa?

Cominciamo a dare queste risposte alla cittadinanza e magari inizieremo a togliere la puzza di denaro dal nostro sistema sanitario, magari dando i soldi, che in questo caso non puzzano, a chi nella sanità lavora seriamente, che sono la grandissima maggioranza e che ricevono salari inadeguati e, permettetemelo di dirlo, incivili.

di Antonio Luzi

Pubblicato il 10/4/2014

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