Prostituzione, le donne dicono la loro

(Roma) Due ore e mezza di intenso dibattito sulla prostituzione in Campidoglio, a Roma, l'11 settembre.

Si otterrà  veramente qualcosa di concreto questa volta, dopo che numerose assessore e consigliere del Comune di Roma e della Regione Lazio, alcune parlamentari e rappresentanti di associazioni che si occupano da anni del problema, si sono confrontate apertamente mettendo sul tavolo i numerosi aspetti sotto cui va analizzato e affrontato il fenomeno.

Di certo l'intenzione di Monica Cirinnà , Vice-presidente Vicaria del Consiglio Comunale, che su proposta di Walter Veltroni ha invitato le donne delle istituzioni a esporre le loro idee e a proporre iniziative, era quella di iniziare ad agire per affrontare il problema della prostituzione prima di tutto sotto l'ottica dei diritti umani.

Cirinnà  ha infatti voluto precisare che la prostituzione è in primo luogo un' emergenza che riguarda i diritti delle donne e molto spesso delle minorenni, vittime della tratta e del racket che vi è dietro.

Il problema del decoro, della sicurezza, dell'ordine pubblico, della sanità , appaiono in questo senso secondari alla Vice-presidente Vicaria del Consiglio Comunale, che evidenzia altre questioni da porre sul tavolo del dibattito: quali garanzie effettive di protezione dare alla prostitute che vogliono sfuggire alla tratta denunciando il racket'

Se nel mercato della prostituzione l'offerta di prostitute è così ampia, non è corretto considerare che altrettanto vasta sia la domanda' Cosa spinge gli uomini a una richiesta simile' Non è il caso interrogarsi sulla cultura che è alla base del fenomeno'

Ecco così aprirsi il dibattito, che vede le donne convenute essere d'accordo su molti punti. Innanzi tutto è stata evidenziata l'esistenza di leggi che, se applicate correttamente e da parte di tutti i soggetti interessati, offrirebbero un valido contributo al contrasto del fenomeno.

Come evidenziato da due rappresentanti di Differenza Donna e Solidea, la legge Merlin e quella sulla pedofilia, la prostituzione e la pornografia nei confronti di minori, sono strumenti utili per combattere il fenomeno.

La legge Serafini che configura come reato il rapporto sessuale tra un adulto e un minore è certamente stata ideata come mezzo di tutela efficace. Anche nel prezioso intervento di Garavaglia è emerso questo dato: le leggi ci sono.

Il problema è che esse vanno applicate. Questo comporta responsabilità  da parte di tutti gli attori coinvolti. Prima di tutto da parte delle istituzioni, quali il Ministero degli Esteri, degli Interni e di Giustizia.

Non è più possibile infatti affidarsi al coraggio delle donne che denunciano il mercato. Bisogna combattere il fenomeno dell'usura, del racket che vi è dietro, e questo non è possibile se non attraverso un serio impegno delle forze dell'ordine, su cui a volte appare invece, dichiara Passuello, di Solidea, il velo della connivenza con l'illegalità . Anche gli accordi tra i Ministeri degli Esteri italiano e quelli dei Paesi di provenienza delle donne costrette a prostituirsi possono essere un valido aiuto.

Le donne devono essere informate su cosa c'è dietro le vacue promesse di facili compensi nei Paesi di arrivo. àˆ chiaro, come nota Cesarano, dell'Associazione Magliano '80, che occorre anche capire quali sono le esigenze delle donne che arrivano in Italia e che finiscono nel mercato della prostituzione.

Esse chiedono di ottenere lavori onesti e ciò significa riconoscimento dei titoli di studio ma soprattutto investimento di soldi per creare percorsi di formazione che portino all'inserimento nel mercato del lavoro.

Riguardo al problema della domanda di prostituzione da parte degli uomini italiani, l'eletta AN della Provincia di Roma Saltamartini auspica leggi che colpiscano maggiormente chi usufruisce del mercato. Oltre a strumenti di repressione più efficaci ( è da ricordare, oltretutto, che spesso i clienti che hanno rapporti con ragazze minorenni si trincerano davanti al fatto di non essere a conoscenza della età  delle ragazze, le quali a loro volta sono dotate di documenti falsi) è emersa poi la necessità  di contrastare la cultura di fondo che è alla base del fenomeno. La donna è ancora vista come un oggetto sessuale, non come persona.

Ne è un emblematico esempio la proposta dei parchi dell'amore, che comportano la creazione di veri e propri ghetti, lontani dagli occhi dei finti benpensanti, in cui ancora una volta le donne non hanno diritti e sono costrette a sottostare alla volontà  di due tipi di sfruttatori, il racket e la clientela.

La prostituzione è l'esempio emblematico della disparità  dei generi - notano le rappresentanti di Differenza Donna - ed è quindi necessario far emergere a tutti i costi il concetto del disvalore del sesso a pagamento.

La prostituzione, dice Valente, dell'associazione ora citata, «è la strumentalizzazione più antica del mondo, non il lavoro più antico del mondo», come invece fa comodo interpretare il fenomeno. Non contribuiscono a cambiare mentalità certi modelli culturali che ormai imperano nella società  e soprattutto nei media.

Secondo Garavaglia, bisogna disincentivare i guadagni facili raggiunti tramite l'esibizione del proprio corpo, come avviene spesso in tv, educando in primo luogo tutte le donne che reputano questo modo di agire una facile strada per il successo.

Come altre intervenute notano, è poi necessario educare i ragazzi, a partire dall'età  scolare, a stabilire relazioni sentimentali e sessuali basate sul rispetto e la parità  dei sessi. Certo questo impegno, se pur vero e necessario, porta con sé amarezza.

Edda Billi fa notare infatti come l'intero dibattito sia stato già  affrontato negli anni '70, durante le dure lotte del femminismo per sradicare il patriarcato, che invece, ahimè, è ancora ben saldo in Italia.

Tuttavia le proposte concrete per debellare il fenomeno non sono mancate: ribadendo le questioni emerse dal dibattito e la necessità  di un loro approfondimento, l'Assessore alle Pari Opportunità  del Comune di Roma, D'Elia, ha riassunto i punti focali per intraprendere un' azione comune ed efficace: dalla creazione di un tavolo di lavoro tra donne delle istituzioni, donne delle associazioni e donne ex prostitute che si confronti su tutti i temi aperti dalla discussione, al rafforzamento della rete sociale, con impiego di risorse economiche, sia da parte della regione sia da parte delle istituzioni nazionali, all'ambito educativo-culturale, che comprenda azioni semplici come la creazione di un vademecum da distribuire agli uomini clienti (i cui contenuti andranno poi definiti) e azioni mirate per instaurare un nuovo rispetto della figura della donna. I buoni propositi, quindi, ci sono.

Aspettiamo di vedere se, questa volta, le aspettative non andranno deluse da chi, in ultimo, ha il vero potere di agire.

Silvia De Silvestri
Delt@

Pagina pubblicata il 13 settembre 2007

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