Aborto terapeutico, la procedura e diritti

Definizione

Cosa sapere sull'interruzione terapeutica di gravidanza

L'interruzione terapeutica di gravidanza è un diritto riconosciuto dalla legge dello Stato italiano. Questo opuscolo nasce dall'esperienza di alcune donne che, affrontando l'ITG, hanno avuto difficoltà a veder rispettati i loro diritti. Ecco perché hanno deciso di aiutare altre donne che si trovano a percorrere questa difficile strada.

L'interruzione terapeutica di gravidanza (ITG) è consentita dalla legge italiana (legge 194 del 1978) anche dopo i primi novanta giorni di gestazione e, in casi particolari, fino alla venticinquesima settimana quando:

  • la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna;
  • siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna.

Dunque, poiché quando sussiste la possibilità di vita autonoma del feto l'ITG può essere praticata solo nei casi in cui la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna. Nel rispetto della legge l'ITG viene praticata in Italia generalmente fino alla 22° settimana (come nella maggior parte dei paesi europei).

Per motivi di disponibilità ospedaliera, tra la prima visita e l'induzione del parto possono passare giorni. Per questo è importante rivolgersi al medico competente appena accertata una condizione che per la madre sia ostativa al proseguimento della gravidanza.

Per procedere all'interruzione terapeutica di gravidanza devi essere in possesso della documentazione che dimostri la patologia fetale (ad esempio ecografi a, amniocentesi, villo centesi).

Procedura

Come viene indotto un aborto terapeutico?

Entro la 15° - 16° settimana di gravidanza potrebbe avvenire in modo molto simile a quanto avviene per l'interruzione volontaria di gravidanza entro le prime 12 settimane e 6 giorni e cioè: preparazione del collo uterino all'intervento mediante somministrazione 3-4 ore prima dell'intervento di un farmaco per via vaginale che faciliterà l'intervento stesso; svuotamento della cavità uterina con apposite cannule Karman, tramite isterosuzione oppure, più frequentemente, con un cosiddetto "raschiamento" in anestesia generale.

Altrimenti, e comunque dalla 16° settimana in poi, attualmente è più usato in Italia un protocollo che consiste nella induzione di un piccolo travaglio di parto abortivo che determina l'espulsione completa della gravidanza.

Sono attualmente in vigore due protocolli:

  1. protocollo con Prostaglandine: consiste nella somministrazione nell'arco di 12 ore di Prostaglandine per via vaginale. Questo protocollo è in uso in tutti i centri che effettuano ITG e IVG.
  2. protocollo con RU486: consiste nella somministrazione preliminare di Mifepristone. Questo farmaco dimezza i tempi di induzione del travaglio rispetto all'assunzione di prostaglandine.

L'applicazione di questo protocollo è più recente e non garantita in tutti i centri.

In entrambi i casi dopo la somministrazione di induttori del parto si attende che l'utero cominci a contrarsi ed insorga il travaglio. I tempi sono determinati dall'individuale risposta al farmaco. Non si tratterà mai, comunque, di un travaglio come quello che insorge al termine della gravidanza.

Durante le contrazioni potrai chiedere al medico una terapia antidolorifica. Questa potrà esserti somministrata dal ginecologo o, ove vi sia un anestesista non obiettore, dall'anestesista.

Verrai trasferita in sala parto quando ci sarà una dilatazione di 2/3 cm del collo uterino. Al momento dell'espulsione, se lo desideri, potrai chiedere di effettuare un'anestesia generale.

Tale eventualità dovrà essere concordata preventivamente.

Dopo aver prestato assistenza all'espulsione del feto, l'operatore può ritenere opportuno eseguire una revisione della cavità uterina (raschiamento o isterosuzione).

La degenza al massimo di due giornate, a meno che non ci siano complicazioni.

Se ad una prima induzione di 12 ore, l'utero non dovesse rispondere e non iniziasse il travaglio, in tal caso dovrai riposare per 24 ore; l'induzione, secondo il protocollo sopra descritto, verrà ripresa sempre quando di guardia vi sarà nuovamente personale non obiettore.

Se hai avuto precedenti tagli cesarei?

La letteratura concorda nel privilegiare, rispetto all'esecuzione di un ulteriore taglio cesareo, l'induzione con prostaglandine in quanto meno rischiosa.

La soluzione del taglio cesareo viene invece adottata nei casi in cui la persona è affetta da asma bronchiale severa e in trattamento con cortisonici, condizione in cui le prostaglandine e RU 486 sono controindicate.

I tuoi diritti

I medici che ti indichiamo sono non obiettori di coscienza e ti garantiranno l'assistenza per l'induzione del parto abortivo. Nella struttura ospedaliera in cui verrai ricoverata molti medici saranno obiettori. Gli obiettori non sono tenuti a indurre il parto, ma sono tenuti per legge a prestarti tutta l'assistenza e le cure necessarie.

E' tuo diritto ricevere un trattamento analgesico per contenere i dolori, ma non sempre ci sarà un anestesista disponibile.

Il parto avverrà in un arco di tempo variabile, generalmente contenuto in alcune ore, assai raramente in più di due giorni.

Sarai ricoverata nei reparti di ginecologia. E' possibile che durante il travaglio non sia presente nel reparto un medico non obiettore di coscienza. Durante il travaglio ed il parto l'assistenza dovrà esserti comunque garantita dal personale medico e non medico obiettore di coscienza.

Non sempre ti sarà possibile avere la presenza 24 ore su 24 del coniuge o di un parente a causa di problemi di gestione del servizio ospedaliero. Potrai in alcuni casi parlare con uno psicologo e questo potrà esserti di aiuto.

Se i tuoi diritti non ti sono garantiti

Tieni sempre presenti quali sono i tuoi diritti. Dovranno esserti garantiti dal personale ospedaliero, che abbia fatto o meno obiezione di coscienza. Potrai rivolgerti all'Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) dell'ospedale, per ricevere informazioni e per raccontare la tua esperienza e indicare eventuali problemi.

Se hai dubbi o bisogno di aiuto puoi contattare l'Associazione Vita di Donna al numero 366 3540689 anche nei giorni festivi.

Per informazioni sulle ultime linee guida su questo e altri argomenti relativi alla gravidanza, consultate il sito www.ceveas.it

I medici disponibili

Quando ti rivolgerai al medico competente

E' possibile che i ginecologi responsabili del servizio si avvalgano della consulenza di uno psichiatra o di uno psicologo per accertare lo stato psichico della donna. Anche altre consulenze specialistiche necessarie devono essere garantite dal centro.

In questa drammatica esperienza non sei sola. Molte altre donne, come te, sono passate per la stessa difficilissima scelta e per una sofferenza simile alla tua. In questo percorso è importante che tu conosca i tuoi diritti di donna.

Si ringraziano i medici che hanno collaborato alla stesura di questa pagina, tra cui Giovanna Scassellati e Cristina Papa

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