Quante Noemi?

Ce li ricordiamo i concerti dei Beatles con i nugoli di ragazzine sgomitanti e sudate che svenivano alle prime note di Let it be.

Si, svenivano, ma quelli erano i Beatles, uno dei maggiori fenomeni della musica contemporanea, quelli che segnarono un'epoca, non solo nella musica, ma nel costume, nella moda e nella pop art. 

Il risultato di un lavoro portato a termine con impegno, fatica, studio, ricerca e creatività.

Cantanti, registi, attori, coreografi, professionisti delle arti, lavoratori dell'ingegno. Questo era il mondo dello spettacolo di allora. Un luogo in cui le potenzialità umane, attraverso le emozioni, le buone emozioni, celebravano ed elevavano l'intelletto della specie.

Così, mentre le groupies aspettavano la fine dei concerti per tirarsi addosso un cantante rock sudato e aggressivo, le figlie dei borghesi, studiavano, guardate a vista da genitori e fratelli.

I miti odierni affollano i numerosi reality televisivi. Personaggi elevati al rango di artisti, onesti lavoratori dello spettacolo, che ostentano corpi, piccole miserie e patologie psichiatriche. Nuovi modelli di riferimento da seguire, imitare, emulare.

Cambiano i miti, ma la condizione delle donne resta non proprio la migliore, per usare un eufemismo. Le ragazze di borgata venivano e vengono tuttora esposte a una sessualità precoce, per nulla romantica, che riduce le loro prospettive future a un matrimonio precoce e poverissimo (mio marito non mi fa lavorare..). Vogliamo ricordare il dramma della verginità, che si chiamava... chi sa rispondere, dopo tanti anni? La prova d'amore...

Ed eccole sfilare adesso, le figlie di quelle madri precoci, che non poterono studiare, né lavorare. Anche se dovremmo dire le nipoti, perché se erano precoci ora sono le nonne...

E le nonne le vediamo, infatti, in televisione, truccate e ingioiellate, nel tentativo di riprendersi una vita che non regalò loro nulla.

Vediamo le loro figlie, ossequienti al presentatore di turno, quarantenni, anch'esse scippate della possibilità di studiare e di lavorare al di fuori di un salario minimo. Spesso strangolate nelle cooperative di pulizia, dove cooperativa vuol dire solo che non ti pagano quando sei malata.

E le nipoti. Le nostre ragazze, le giovani di questo paese, sedotte da una facilità del tutto apparente.

Un book, un'apparizione, una chirurgia plastica per solleticare la fantasia morbosa del potentato di turno, quello che detiene il potere di trasformare il sogno in realtà.

Il tentativo di essere tutte uguali, così umano e comprensibile in adolescenza, che le trasformerà in carne da macello per i posti di lavoro precari e i centri commerciali a buon prezzo (per loro né Coin, ne' la Rinascente).

Per la televisione spazzatura che continuerà a raccontargli che la pensione non serve, che la sanità pubblica è una sciocchezza. Che è ora che la scuola sia finalmente severa. E non sanno che i loro figli saranno i primi a uscirne, mentre i borghesi (per ricchezza o per studio), terranno duro, con le loro figlie. Fra uno smalto sulle unghie e l'altro le faranno studiare, le porteranno a teatro, ascolteranno i Beatles, con loro.

E così Noemi, ostaggio, come capita alle belle ragazze, di qualcosa più grande di lei.

Il suo caso, finito sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo, ispira un sentimento di umana pietà. Ormai sotto i riflettori della notorietà, inseguita dai paparazzi, assediata dai giornalisti, e non certo per meriti artistici. Il nocivo paradosso di una celebrità edificata sul nulla, l'eccesso incontrollabile, scomodo ed inquietante del cosiddetto mondo dello spettacolo.

Gli eventi sono ormai noti. Il giorno dopo la pubblicazione delle foto del suo compleanno, la ragazza ha raccontato al Corriere del Mezzogiorno, con l'ingenuità, l'innocenza e la purezza della giovane età, il tipo di legame che la unisce al presidente del consiglio italiano. Un maledetto errore, la variabile impazzita e inattesa di un ordine consolidato. La moglie del premier scatena il putiferio.

Dopo è un susseguirsi di verità contrastanti e smentite dei vari attori. Poi arrivano le dieci domande di Repubblica. Mentre il mondo s'interroga, non senza malignità, sul tipo di rapporto esistente tra i due protagonisti, il padre della ragazza dichiara al Mattino di Napoli che sua figlia è illibata. Il caso diventa politico e finisce sotto osservazione della stampa mondiale.

Quello che più ferisce l'udito è il comprensibile e silenzioso disagio della ragazza. Ci chiediamo se sia consapevole della responsabilità che porta sulle spalle in questo momento, quella delle sorti del Governo di una nazione. Basterebbe una sua parola per accendere il finimondo.

Il premier non risponde alle domande, promette di fare chiarezza, ma di fatto non la fa. Così facendo si espone al ricatto delle decine di persone testimoni della sua amicizia con la ragazza.

Come potrà vigilare su tutto e tutti?

Oggi la Procura di Roma, su richiesta dell'avvocato del premier, ha disposto il sequestro di centinaia di foto scattate da un reporter nella villa in Sardegna. I primi rischi, momentaneamente schivati, per ora sono le fotografie, lo stesso strumento utilizzato dalle centinaia di fanciulle che voglio sfondare nel mondo dello spettacolo. Che forma assumerà la prossima minaccia?

A questo punto, è auspicabile che il capo del governo risponda alle domande formulate dalla Repubblica. Lo faccia con l'abilità a cui ci ha abituati, un bel 'tana libera tutti', grazie al quale la ragazza possa tornare ad una esistenza normale e qualcuna delle dieci, cento, mille Noemi faccia un bagno di realtà.

Pagina pubblicata il 03 giugno 2009

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