Fumo, oltre le 20 sigarette si triplica il rischio di emorragia cerebrale nei fumatori

Il fumo fa male alla salute, ma chi fuma più di un pacchetto al giorno triplica la probabilità di rottura di un aneurisma, quindi di un'emorragia cerebrale.

Che fumare faccia male non è certamente una novità, è anche scritto su tutti i pacchetti. Ma oltre le 20 sigarette, secondo una recente ricerca coreana della Seoul National University Hospital, si alza il rischio di un'emorragia sub-aracnoidea (ESA) nella porzione compresa tra l'aracnoide e la pia madre. Si tratta di due meningi che proteggono il cervello avvolgendolo.

Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno confrontato 426 pazienti con sanguinamenti al cervello, con altrettante persone sane che fungevano da gruppo di controllo. I soggetti arruolati avevano un'età media di circa 50 anni ed hanno descritto in modo dettagliato la loro storia sanitaria, le loro abitudini di vita, oltre al numero delle sigarette fumate quotidianamente.

Così è emerso che nel gruppo di partecipanti che aveva sofferto di ESA, il numero di fumatori era molto più elevato, come anche quello che presentava un'anamnesi familiare con casi di ipertensione e di ictus.

I dati dicono che il rischio di sanguinamento cerebrale, grazie al fumo, passa dal 24% al 38%. Inoltre l'influenza esercitata dal fumo si cumula, cioè maggiore è il numero di sigarette fumate e più alta è la probabilità di sanguinamento.

I fumatori incalliti che superano le 20 sigarette avevano un rischio quasi triplicato, prendendo in considerazione anche altri fattori di rischio come il peso corporeo, quantità di sale consumato ed eventuali casi di diabete in famiglia.

La ricerca, pubblicata dal Journal of Neurology Neurosurgery and Psychiatry, non si è limitata quindi solo ai decessi legati al tabagismo, ma ha anche preso in considerazione l'aspettativa e la qualità della vita per le persone che abbandonano le bionde.

Ecco quindi che per vedere ricondotto entro i limiti della normalità il rischio di aneurisma occorrono circa 10-15 anni dal momento in cui si è smesso di fumare.

L'emorragia sub-aracnoidea (ESA), il tipo di patologia considerata dai ricercatori coreani, è in genere dovuta alla rottura di un aneurisma al cervello. Quest'ultimo, in sintesi, è un'arteria che ha subito una deformazione. Dopo un evento del genere, le possibilità di sopravvivenza si attestano intorno al 50% dei casi e chi sopravvive rischia di dover affrontare disabilità a volte irreversibili.

Ecco quindi l'importanza di smettere di fumare e di farlo il prima possibile. Gli effetti del fumo infatti si cumulano nel tempo e sono direttamente proporzionali alla quantità di sigarette fumate.

Per approfondire:

Donne e fumo

30 agosto 2012

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