Fuori dalle farmacie 230 medicine, Adiconsum: "Autogol di Monti"

Ci siamo, è arrivato il momento per i 230 farmaci di fascia C che usciranno dalle farmacie per essere venduti nei corner della grande distribuzione e nelle parafarmacie.

Sono senza obbligo di ricetta, ma a carico dei cittadini e sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 26 aprile.

Il delisting stilato dal Ministero della Salute comprende la lista dei farmaci di fascia C ad esclusiva vendita nelle farmacie su prescrizione medica, vi sono inoltre quelli "delistati"  e altri 117 prodotti che per il momento sono ancora commerciabili solo con la prescrizione del medico.

Si attendono comunque le "valutazioni della Commissione consultiva tecnico-scientifica dell'Aifa".

Nelle farmacie rimangono 3.246 farmaci che, pur essendo a carico dei cittadini, necessitano di prescrizione medica. Si tratta di medicinali esclusi dalla liberalizzazione prevista dal decreto "Salva-Italia" come ad esempio  gli stupefacenti, i medicinali del sistema endocrino e quelli parenterali.

Vi sono poi altri 1.719 farmaci per i quali è stato deciso che non vi sono le specifiche necessarie per essere venduti senza ricetta medica.

Ad essere quindi liberalizzati, e quindi acquistabili nelle parafarmacie e nei corner della grande distribuzione, saranno farmaci come gli antinfiammatori da utilizzare sulla pelle, colliri antiallergici, antivirali per uso topico a base di aciclovir (contro l'herpes labiale) e antimicotici vaginali.

Sono previsti dei requisiti essenziali per la vendita dei 230 farmaci nelle parafarmacie e nei supermarket. In primo luogo sarà necessaria la presenza di farmacisti riconoscibili, quindi in camice bianco, per tutto l'orario di apertura.

Poi sono previste le strisce di cortesia (già esistenti nelle farmacie) per assicurare la privacy, uno spazio dedicato alla conservazione dei farmaci che sia separato dalla zona commerciale.

La Federazione degli ordini dei farmacisti (Fofi), attraverso le parole del suo presidente, Andrea Mandelli, esprime soddisfazione per l'azione del Ministero della Salute e all'Aifa per "aver operato la scelta dei farmaci che perderanno l'obbligo della prescrizione medica con molto equilibrio, tenendo presenti le effettive necessità del cittadino in termini di automedicazione".

Di tutt'altro tenore il commento dell'associazione di difesa dei consumatori, Adiconsum, che parla di "Un clamoroso autogol quello segnato dal governo Monti" perché in effetti rimane invariato il regime di monopolio delle farmacie e "quindi nessuna concreta possibilità di riduzione dei costi dei farmaci".

28 aprile 2012

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