Il panico come fallimento dell'angoscia

ANORESSIA, L'ESPERIENZA DEL PANICO del Dr Alex Pagliardini. Il panico come fallimento dell'angoscia Per capire cosa sia il panico dobbiamo cercare di intendere l'angoscia. Limitiamoci qui ad indicare l'angoscia come l'affetto che si ha, e che si è, di fronte, nell'incontro con, la domanda dell'Altro, il desiderio dell'Altro e il godimento dell'Altro.

Queste tre forme di alterità possiamo intenderle come la presenza e la richiesta dell'Altro - domanda -, l'enigma che esso incarna - desiderio -, la presentificazione e l'invasività di un eccesso o di una perdita – godimento, pulsione. 

Per intendere cosa sia questa alterità e come essa risponda alla logica dell'inconscio bisogna dire che tale alterità indica il più proprio del soggetto, ossia come ogni soggetto abbia nell'Altro e incontri nell'Altro, quindi come proveniente dall'esterno, dall'estraneo, ciò che è ed ha di più proprio.

Vorrei sottolineare questo aspetto perché centrale nella clinica del panico e in tutta la clinica contemporanea - lo farò prendendo in considerazione esclusivamente l'asse della pulsione, l'asse decisivo di ogni esperienza clinica e non solo.

Della pulsione vanno sempre considerati due versanti, quello del vuoto e della perdita che la spinta pulsionale presentifica e perpetua, e quello dell'eccesso, dell'illimitato, del mai abbastanza, che la spinta pulsionale presentifica e perpetua.

Diciamo che la pulsione è ciò che non riusciamo mai ad afferrare ed è ciò che non riusciamo mai a toglierci di dosso. Entrambi questi versanti possiamo intenderli, oggi sempre più, come ciò che è propriamente l'Altro, ed è proprio tale alterità, tale estraneità interna, la sua irruzione, la sua insistenza, la sua presentificazione, a cadere addosso al soggetto, a imporsi al soggetto come condizione assoluta.

Qui andrebbe articolata tutta la tensione tra evento e ripetizione che caratterizza il movimento pulsionale, ma mi limito ad indicare come nel circuito della pulsione ogni soggetto si trovi alla fine coma abbattuto, colpito, atterrito, morso, nella sua posizione fondamentale e superflua, quella di esserne l'oggetto.

L'angoscia è allora l'affetto che si ha nell'incontro con l'irruzione della pulsione, dell'evento pulsionale. Allora se l'angoscia è l'affetto che si ha e che dunque segnala l'incontro con la pulsione, la sua irruzione e la presa del soggetto come oggetto, va precisato che è anche l'affetto e il segnale che permette la risposta del soggetto o meglio il soggetto come risposta alla pulsione - il segnale che permette la costituzione del soggetto del desiderio come risposta all'irruzione della pulsione.

Abbiamo qui uno dei passaggi più significativi di Lacan, a cui posso solo accennare, l'idea che il desiderio sia una particolarizzazione della pulsione, e che in tale particolarizzazione svolga il ruolo decisivo l'angoscia. Riassumo questo passaggio con una formula deducibile dal "Seminario X": "solo l'angoscia permette al godimento di accondiscendere al desiderio".

A questo va aggiunto che l'angoscia, in quanto tempo sospeso, in quanto certezza anticipata, è la condizione affinché ci sia atto, affinché ci sia una risposta singolare del soggetto all'enigma e all'eccesso dell'Altro. Ribadisco, l'angoscia è la condizione affinché ci sia la risposta del desiderio, cioè la risposta soggetto, e affinché ci sia la risposta dell'atto, e affinché ci sia assunzione dell'incontro con l'eccesso pulsionale, ossia un annodamento tra il simbolico e il pulsionale, senza il quale assistiamo ad una parola vuota e a un reale senza legge.

A questo punto possiamo affermare che se sul piano fenomenico il panico è l'angoscia portata al suo parossismo, sul piano dinamico e logico il panico è il venir meno della funzione dell'angoscia; viene meno la funzione di segnale dell'angoscia e dunque la possibilità della riposta del soggetto, da cui l'irruzione totale della pulsione con la scomparsa - desolazione - del soggetto, il deserto del soggetto.

Abbiamo qui il senza confini, il senza limite della pulsione che fa fuori il soggetto.

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