Partorire con l'epidurale, cosa ne pensa Vitadidonna.it
Meglio partorire con l'epidurale o senza? Meglio partorire con dolore o senza dolore? La domanda, posta in questo modo porta ad una sola risposta possibile.
Nessuno di noi vuole soffrire, anzi evitiamo di soffrire quanto più possibile e consideriamo gli analgesici come un grande progresso della medicina. Pur senza abusarne, tutti noi abbiamo utilizzato un antidolorifico in qualche occasione.
L'epidurale eseguita durante un travaglio spontaneo, è una metodologia che rappresenta un intervento medico e, pertanto, deve necessariamente fondarsi su un'informazione accurata e approfondita che tenga conto di vantaggi e svantaggi.
Questa tecnica causa alterazioni del travaglio e del parto?
Non sempre, in molti casi non ci sono effetti sgradevoli e anzi è d'aiuto al travaglio e al parto. Vi sono anche alcuni effetti collaterali che è bene valutare:
- Spesso le contrazioni diminuiscono ed è necessario ricorrere ad ossitocina sintetica per via endovenosa.
- Bisogna controllare più spesso il monitoraggio cardiaco fetale dunque la mobilità è ridotta.
- Può esserci un abbassamento improvviso della pressione.
- Gli oppioidi spesso causano un prurito diffuso.
- Può succedere di non sentire più lo stimolo ad urinare e bisogna ricorrere ad un cateterismo vescicale.
- Può capitare di sentire le gambe "addormentate".
- La sensazione di dover "spingere" è attutita.
Quali sono gli effetti collaterali per la salute di madre e neonata/o?
Riportiamo qui il parere di un autorevole anestesista di nostra conoscenza che ci illustra alcuni effetti collaterali possibili:
- puntura accidentale della dura madre: estremamente raro ma possibile, fa venire nella maggioranza dei casi un mal di testa terribile per svariati giorni ma poi in genere passa da solo.
- Ematoma peridurale: rarissimo, è dovuto ad alterazioni della coagulazione che però di solito vengono controllate prima, o particolare sfortuna. L'incidenza calcolata è inferiore a 1 su centinaia di migliaia.
- Infezioni meninge, più teoriche che altro.
- Rallentamento della fase espulsiva: in questo caso non ci sono studi seri, può darsi che non sia vero affatto."
Dovrò stare a letto durante il travaglio e il parto? Riuscirò a sentire bene la spinta? Potrò partorire nella posizione che desidero?
Se i dosaggi sono un po' più alti (ma se eseguita correttamente non succede) non è più possibile camminare e stare in piedi, questo può causare un rallentamento del travaglio e un allungamento della fase espulsiva.
Non è facile assumere posizioni verticali per il parto e stare accovacciate può diventare difficile.
Se il dosaggio non è quello corretto la percezione della spinta è assente o molto diminuita e questo porta un aumento dei parti operativi (ventosa) e della manovra di Kristeller (spinta sulla pancia); in quest'ultimo caso è pressoché impossibile evitare di ricorrere all'episiotomia.
Quando è meglio farla? meglio dall'inizio del travaglio oppure aspettare e vedere come procede?
L'esperto anestesista ricorda che "l'epidurale è una tecnica antalgica che può essere seguita sia su richiesta personale (e in questo caso il consenso deve obbligatoriamente firmato prima assieme alle dovute informazioni), che su indicazioni medica"
Dunque nel parto distocico (cioè nel travaglio lungo con una dilatazione del collo dell'uero rallentata) può avere una funzione terapeutica. Infatti se la donna è eccessivamente spaventata può entrare in uno stato di tensione ed ansia. Ciò potrebbe portare ad un aumento del dolore, una minor produzione di endorfine, un irrigidimento del collo dell'utero rendendo, così, il travaglio inutilmente lungo e penoso.
In questi casi l'epidurale porta ad un rilassamento muscolare oltre ad un miglioramento del benessere fetale.
Anche il travaglio indotto con la somministrazione di ossitocina o di prostaglandine è più difficile da affrontare di un travaglio spontaneo e può trarre vantaggio da un'analgesia epidurale.
Un'amica ha un brutto ricordo del suo parto, l'epidurale potrebbe aiutarmi ad avere un'esperienza diversa?
Purtroppo spesso l'assistenza nei nostri ospedali e molto medicalizzata e invasiva, senza alcun rispetto per la persona: può succedere che non viene riconosciuta nessuna competenza alla donna che viene trattata come una bambina inconsapevole e si può avere la sensazione di non essere più le "padrone" del nostro corpo.
Se la gestione del travaglio e del parto è molto direttiva e autoritaria con imposizione della posizione sdraiata durante il travaglio e la fase espulsiva, monitoraggio cardiotocagrafico in continua, amniorexi (rottura del sacco) di routine e flebo di ossitocina , il travaglio può essere veramente difficile da sopportare e l'epidurale è senz'altro d'aiuto.
Ma la scelta non dovrebbe essere tra un parto violento (che nessuno di noi giustamente è disposto ad affrontare) e una metodologia che ha sicuramente una sua valida applicazione in alcuni casi, anche se non priva di effetti collaterali.
Mi hanno detto di fare una visita anestesiologica in gravidanza...
L'anestesista ci ricorda che "Il colloquio serve a far capire alla mamma quali sono i rischi e le complicanze legate alla peridurale che è una tecnica di anestesia che può comportare alcune complicanze anche serie. Noi interveniamo quindi a modificare la fisiologica evoluzione del parto togliendo la componente dolore. Se i dosaggi dei farmaci sono errati o non compatibili alle tue condizioni cliniche il neonato rischia la depressione respiratoria , anche seria. Nessuna tecnica di anestesia è scevra da complicazioni". E sulle complicazioni ancora aggiungono "Spesso le donne dichiarano di continuare ad avere dolore alla colonna vertebrale, alcune dichiarano lombo sciatalgie croniche etc".
Un altro esperto aggiunge: "essendo una procedura medica e come tutte le procedure non priva di possibili complicanze, va fatto firmare un consenso informato. Informato significa dopo aver informato in modo esausistivo la donna e aver quindi dato il tempo di pensare e dunque decidere. Questo fa fatto prima del travaglio attivo. Eccezione può essere , teoricamente fatta forse, se la richiesta di analgesia la fa il ginecologo per motivi medici e in assenza di un consenso firmato prima. (...) Questo perché poi nessuno possa dire "ma io non lo sapevo...non mi è stato detto".
L'anestesista aggiunge: "Ogni pratica medica o chirurgica ha rischi e può avere complicazioni. Per ogni pratica va fatto firmare un consenso informato. Informato vuol dire che vanno spiegate anche le complicazioni. È giusto fare questo perché una persona può anche scegliere di non voler affrontare i , seppur rari o rarissimi, rischi di complicanza. Questo non significa che la firma fa assumere responsabilità alla donna o paziente, perché ogni responsabilità è sempre e solo nostra, ma cautela sia subisce sia chi fa l'intervento perché l'informazione è stata fatta e poi uno non può dire "non lo sapevo". In letteratura sono descritti in un recente articolo che ha analizzato tutti gli studi dal 1966 al 2005, 6 casi di ematoma peridurale in ostetricia, di cui 3 hanno esitato in problemi neurologici permanenti. Non va fatto alcun terrorismo ma si deve sapere che esistono complicanze neurologiche , seppur eccezionali."
Riguardo alle possibili complicazioni per il feto presentiamo questo studio pubblicato su di un'autorevole rivista scientifica.
Esistono altre soluzioni, oltre alla epidurale, che possono aiutarmi ad avere meno dolore e facilitarmi il parto?
Si, partorire in un luogo dove non ci siano dei protocolli rigidi e accertarsi personalmente del tipo di approccio usato. Particolare attenzione merita la figura dell'ostetrica che dovrebbe svolgere il compito di sostenere la donna , rispettandone l'individualità e cercando il più possibile di creare un'atmosfera favorevole e non imporre un suo modello o volontà sulla donna.
L'ostetrica deve avere capacità empatiche per favorire il travaglio e facilitare il parto. Questo vuol dire che una donna ha il diritto di essere informata su qualsiasi pratica o terapia e anche il diritto di dare il consenso o rifiutarla . Il diritto di muoversi liberamente durante il travaglio, di scegliere la posizione del parto. Il diritto di mangiare e bere se lo desidera.
Forse farò l'epidurale, posso cercare di ridurre gli effetti collaterali che ha sul travaglio?
L'epidurale , come spiegato sopra da medici anestesisti, può comportare alcuni effetti collaterali (quelli gravi in casi veramente rarissimi) ma non per questo non possiamo sceglierla nel nostro parto se lo desideriamo.
E' importante parlare con l'anestesista nel dettaglio di tutti gli effetti collaterali sia nella visita in gravidanza che con l'anestesista che incontreremo in travaglio. L'epidurale in alcuni casi può essere di grande aiuto e sollievo. La cosa importante è che la donna possa essere correttamente informata e libera di scegliere.
Il consiglio dell'ostetrica: Mantenersi in movimento (non per tutta la durata del travaglio chiaramente, riposare quando ne sentiamo il bisogno è anche importante) senza stare troppe ore ferme a letto altrimenti il travaglio progredisce lentamente.
Se si sentono le gambe più "addormentate" l'uso della palla da pilates permette un'ottima mobilità del bacino senza stancarsi inutilmente (accertarsi se l'ospedale ne ha più di una altriementi meglio procurarsene una propria).
Anche per la fase espulsiva è più efficace, rapido, con migliori esiti per la salute di mamma e bambino, cercare di evitare di stare a lungo nella posizione sdraiata ma cercare una posizione verticale o accovacciata, in modo da favorire la discesa del bambino. Tenete presente che il lettino da parto è stato inventato per la comodità degli operatori sanitari.
Avere delle aspettative ragionevoli e tenere presente che la prima parte del travaglio (fino a che le contrazioni non sono regolari , intense e non vi è aumento della dilatazione del collo dell'utero) non viene mai coperta da epidurale, dunque nella prima parte le contrazioni si sentono ancora può aiutare a scegliere il nostro modo di partorire.
di Gabriella Pacini
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Vedi le esperienze del Servizio di Anastesia ed Analgesia in Ostetricia dell'Ospedale S. Pertini di Roma
Vedi: Dove partorire a Roma
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Pagina aggiornata il 30 novembre 2014