Allattare al seno fino a quando?

Allattare a lungo un bambino, perché non é un problema? Cosa è l'autosvezzamento. Il timore di viziare il bambino. Quando la società è ostile

Allattare al seno fino a quando?

Il latte materno mantiene tutte le sue qualità finché l'allattamento prosegue; gli studi mostrano anzi che il suo valore energetico e alcuni fattori protettivi aumentano dopo il primo anno.

Per questo motivo l'Organizzazione Mondiale della Sanità considera ideale proseguire l'allattamento materno, assieme ai cibi solidi, almeno fino alla fine del primo anno e possibilmente anche nel secondo, mentre precisa che oltre il secondo anno, se madre e bambino lo desiderano, possono ancora proseguire con vantaggio reciproco.

Allattamento e indipendenza

Nella nostra società è insolito vedere un bambino grande al seno, e ci dà l'impressione che si stia comportando "come un neonato". In realtà ciò è stato normale fino a qualche generazione fa, e lo è ancora oggi in molte parti del mondo, e gli adulti del passato erano non meno autonomi di quelli di oggi. Non vi è alcuna evidenza scientifica che i bambini allattati oltre i primi mesi, una volta raggiunta l'età della scuola materna, differiscano psicologicamente da quelli che sono stati alimentati e accuditi con il biberon, o manifestino maggiore dipendenza dagli adulti.

Secondo numerosi esperti di psicologia infantile, aver fornito ai bambini in tenera età una solida base affettiva, soddisfacendo i loro bisogni di protezione e tenerezza, rafforza la loro sicurezza interiore e li rende in seguito più capaci di iniziativa e di autonomia.

Un bisogno innato

Il bisogno di succhiare è innato in ogni bambino. Tutti prima o poi abbandonano tale abitudine, e quelli allattati al seno non differiscono da coloro che soddisfano questo bisogno con il ciuccio o il biberon. Alcuni smettono verso l'anno di età, la maggioranza fra il secondo e il terzo anno di vita, altri ancora alla soglia della scuola materna.

Tendiamo a pensare che sia l'adulto a dover imporre lo svezzamento, ma in realtà arriva un momento in cui è il bambino stesso a perdere interesse a poppare. Lo svezzamento può essere guidato dalla mamma, ma esiste anche la possibilità di lasciare che sia il bambino ad abbandonare il seno gradualmente (autosvezzamento). Le madri che hanno scelto questo approccio hanno notato che nell'ultimo periodo di allattamento il bambino chiede di poppare soltanto saltuariamente, per pochi momenti, non tutti i giorni e alla fine anche a settimane di distanza, finché viene il giorno che la cosa non lo interessa più.

Il timore di viziarlo

Il bambino ai primi passi non viene accudito come un neonato: la madre è in grado di comprendere quando una sua richiesta (che sia di giocare insieme, di essere preso in braccio, allattato, o di mangiare) è urgente o può essere rimandata a un momento più opportuno. Anche il bambino è ormai in grado di comprendere meglio le situazioni e di saper aspettare. Non è l'offrire il seno, il ciuccio o il biberon in sé a viziare il bambino, ma ciò dipende dalla relazione fra lui e i suoi genitori, che a poco a poco possono guidarlo amorevolmente ad armonizzare i suoi bisogni con quelli della famiglia.

Che ne pensa la nostra società?

La vera difficoltà di allattare un bambino che cammina e parla è, in realtà, farlo in una cultura che non sostiene la mamma. Questa infatti deve sovente fronteggiare critiche, incomprensioni e timori infondati, e spesso si sente giudicata e isolata. E' importante sapere che gli allattamenti oltre l'anno sono più frequenti di quanto si pensi: molti proseguono senza che la madre ne parli.

Alcune donne allattano discretamente, altre allattano in pubblico, incontrando spesso meno reazioni del previsto. Frequentare altre donne che stanno "ancora" allattando può aiutare a ridimensionare i dubbi e il senso di isolamento, scoprendo la normalità e la semplicità di questo gesto, e imparando ad armonizzarlo con le esigenze proprie e della società in cui viviamo.

Fonte: Burlo Garofolo di Trieste

28 giugno 2022

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