Esperienze raccontate dalle donne: Ospedale San Francesco - Nuoro

Quando lo Stato fa bene il suo lavoro: una interruzione di gravidanza

Non sono mai stata contraria all'aborto perché ho sempre pensato che fosse una scelta comunque dolorosa e che nessuno possa giudicarla. Solo che non avrei mai creduto di trovarmi ad interrompere una gravidanza.

Ho una storia da quasi 10 anni e ora che sono incinta, nonostante l'abbia sempre desiderato, mi rendo conto che non mi sento di avere questo bambino...

Pensavo che se fossi rimasta incinta avrei preso la notizia con gioia, del resto adoro i bambini e ho sempre pensato che sarei stata una brava mamma. Ed è proprio per questo che ho deciso di non portare a termine la mia gravidanza.

Ma non voglio scrivere le mie motivazioni, voglio scrivere dell'esperienza, di ciò che ho passato, delle persone che ho trovato perché voglio aiutare, perché so quanto è difficile.

Il 14 agosto, facendo un test di quelli comprati in farmacia, ho scoperto di essere incinta. Nei giorni seguenti ne avrò fatti almeno altri 7 perché continuavo a sperare in un errore, ma quelle linee c'erano sempre. Mi sono disperata, non sapevo cosa fare, con chi parlare, dove andare a sbattere testa

Ho cominciato a non dormire più e non riuscivo mangiare (in 2 settimane ho perso 4 kg), finché non ho deciso di muovermi e ho chiamato il consultorio di Nuoro. Al telefono ero tremendamente in ansia, avevo paura di essere accusata o giudicata, invece la donna con cui ho parlato (credo fosse l'assistente sociale) è stata molto gentile ed è riuscita a tranquillizzarmi un poco. Purtroppo la ginecologa era in ferie ma la signora al telefono mi ha fissato un appuntamento per il (omissis), il giorno stesso in cui la dottoressa rientrava.

Arriva il giorno della visita. Mi presento al consultorio spaventata e in ansia invece sono state davvero cortesi. La ginecologa mi ha fatto la visita, dopo aver parlato un po' con me, e poi mi ha subito prenotata per le analisi all'ospedale San Francesco e per l'intervento il giorno dopo i 7 previsti dalla legge. Mi sono presentata all'ospedale per l'ecografia e lì ho conosciuto il medico che si occuperà dell'IVG e già è stato tranquillizzante vedere il suo atteggiamento professionale e non aggressivo. Anche l'infermiera (che pure sembrava più "austera") è stata gentilissima e ha fatto di tutto per farmi fare tutte le analisi lo stesso giorno, anche se erano carichi di lavoro.

Ora sono un po' più calma anche se ho ancora paura, anche perché sono arrivata a quasi (omissis) anni completamente digiuna di ospedali e interventi. L'IVG è domani mattina e sono spaventata all'idea dei rischi e delle complicazioni che potrebbero sorgere (anche se so che sono percentuali veramente bassissime). L'unico pensiero che mi sostiene è che domani a quest'ora sarà tutto finito.. è un dolore, ma è anche un sollievo. Ora non posso avere figli. Per ora so solo che l'intervento si fa in day-hospital e in anestesia generale. Dovrò essere lì alle 7 di mattino, digiuna (ma anche senza aver bevuto nemmeno un sorso d'acqua o masticato una gomma) e con il necessario per passare la giornata (e forse la notte, ma spero proprio di no) ricoverata.

L'intervento

Alle 7, puntuale come un orologio svizzero, mi trovo all'ospedale, dove mi viene subito assegnato il letto. Alle 7:45 inizia la preparazione (45minuti sdraiata). alle 9:15 mi portano giù per l'intervento (qui ho perso il conto del tempo perché non avevo orologio e, non avendo le lenti a contatto, non riuscivo a vedere l'orologio nella sala operatoria) . Comunque il personale sanitario è stato straordinario. Professionalissimo e di una dolcezza incredibile. Venivano continuamente a chiedermi come mi sentivo e a cercare di tranquillizzarmi, visto che ho passato quasi tutto il tempo piangendo (la paura era davvero tanta!!!). Alle 11 ero di nuovo in camera (2 ore sdraiata senza cuscino e senza potermi spostare). I dolori si sono quasi completamente esauriti nelle 2 ore che ero a letto (tant'è che non ho avuto nemmeno bisogno dell'antidolorifico) e se mi avessero avvisata che non dovevo aspettare la visita ma che me ne potevo andare prima, se me la sentivo, sarei uscita dall'ospedale alle 13:30 invece che alle 17.

Ora sono le 21:40 e mi sento abbastanza bene, le perdite sono leggere, non ho dolori fisici e sono molto più calma perché so di avere fatto la scelta giusta. Avrò figli, più avanti, e andrà bene. Ora sarebbe stato un disastro. Un ringraziamento enorme andrebbe fatto, oltre che allo straordinario personale dell'ospedale San Francesco (nonostante il caos per un lutto subito dal personale medico - era morto uno dei ginecologi, un medico davvero in gamba) a mia sorella e al mio ragazzo, che mi sono stati vicini, che mi hanno appoggiato e che mi avrebbero sostenuto e aiutato in ogni caso. So che è così che dovrebbe andare normalmente, ma so anche che spesso non succede.

Mi prende una rabbia verso tutti quei uomini che hanno praticamente costretto le loro compagne ad abortire... forse dovrebbero provare quello che noi donne sentiamo... non è la loro vita a cambiare radicalmente, non sono loro che vanno incontro a rischi e dolori, prima e dopo il parto... Ma come si permettono di dare ultimatum o a fare pressioni psicologiche? Il mio ragazzo mi è vicino in tutto e per tutto, approva ogni mia scelta (su questo argomento).

Ragazze, se un uomo vi mette un ultimatum, mandatelo dove dovrebbe stare, perchè non merita altro: la vita è la nostra, è la nostra vita che cambia e siamo noi, non loro, a fare le rinunce e a crescere i figli... se trovate un uomo che vi lascia dopo aver saputo che siete incinte cercate di andare avanti... un uomo così non vale a molto... e MEGLIO SOLE CHE MALE ACCOMPAGNATE!

La scelta (per quanto sofferta, e noi lo sappiamo benissimo) sta a noi... Mi fa stare male pensare alle bugie che ho raccontato per nascondere questo intervento. Io, che sono una di quelle persone sincere fino all'estremo, ma avrei dato un dolore enorme a mia madre (e dire che lei è una di quelle donne che è scesa in piazza a manifestare a favore dell'aborto, ma non per sua figlia) e non me la sono sentita. E poi, alla fine, non sono nemmeno bugie, ma piccoli stravolgimenti per difendere la mia privacy e per cercare di avere un ambiente più o meno sereno in casa.

Spero che questa mia testimonianza possa essere utile. So che non è facile, ma sono cose che si superano. Forza e coraggio, la vita va avanti!

Lettera firmata

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Pagina aggiornata il 9 settembre 2007

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