Amore e Aborto

Ogni martedì mattina il mio lavoro è amare le donne che non conosco.

Faccio volontariato in un centro per l'aborto, dove le persone che non possono permettersi l'intervento vengono per assistenza finanziaria e supporto.L'esperienza di una volontaria statunitense

Chiamano il centro di ascolto e io rispondo al telefono. Per alcune persone è il momento peggiore della vita, per la maggior parte è il modo più semplice per tirare una croce su una lunga lista di traumi e problemi.

Parliamo dello stupro, di come la luce verrebbe staccata se non si paga la bolletta, della maternità, dell'ansia, dei partner maschi che si rifiutano di parlare con loro, dell'assicurazione sanitaria, dei bollini sulle confezioni e dei programmi per il weekend.

A volte le donne chiamano dalla fermata dell'autobus fuori dalla prigione, dalla cucina dei vicini, dal posto di lavoro al negozio di alimentari, dal bagno del liceo, dal divano di casa con un bambino che gli ciangotta in grembo. Qualche volta comunichiamo tramite traduttore per barriere linguistiche.

Sosteniamo adolescenti mentre circumnavigano il sistema giudiziario per aggirare le leggi sul consenso genitoriale. Veniamo a conoscenza di traffici sessuali che avvengono nella città che consideriamo casa nostra, dell'uso di stupefacenti e overdose, di situazioni di persone senza casa e di ricoveri pubblici, di pistole e di dove sono nascoste sotto il letto. Dico "ti sento."

Il centro per l'aborto è un luogo di rifugio e di sospensione del giudizio, ma è anche un luogo di potere: noi decidiamo come sostenere al meglio quanti utenti possibili con i soldi che abbiamo, il che significa che è impossibile occuparsi completamente di tutti. Io ho imparato a dire "no" così come ho imparato a dire "io credo in te". Ho imparato che le persone e le donne che cercano le terapie dell'aborto sono fra le persone più intraprendenti, creative e forti fra di noi.

Sono anche una volontaria con la funzione di tenere la mano a chi abortisce una volta al mese in una clinica locale. A chiunque si sottoponga a un aborto quel giorno viene chiesto se vogliano qualcuno che gli tenga la mano durante l'intervento. Poiché i pazienti non hanno più il permesso di portare una persona di loro conoscenza a dar loro sostegno dentro la stanza per motivi di sicurezza, molti dicono di sì. Entro nella stanza dove stanno già aspettando nel loro camice di carta, provando a capire dove posare lo sguardo, quali strumenti evitare di guardare. Solitamente scherzo su come possano stritolare la mia mano quanto vogliono, e io prometto di non rompermi.

Parliamo di cosa mangeranno dopo l'intervento, se sono venute da sole all'appuntamento, di come i manifestanti là fuori le facciano sentire. L'esperienza del dolore è differente per ognuno, ma l'unica garanzia che posso fornire è che supereranno quest'esperienza e saranno assistite nella massima sicurezza. Aiuto le persone a respirare durante questo disagio. Chiedo se vorrebbero che gli spiegassi cosa sta accadendo. Gli massaggio le spalle e gli ricordo quanto sono forti. Quando le lascio nella sala di recupero con un bicchiere di succo di frutta e dei salatini, gli dico di prendersi cura di sé e di stare bene.

Ho visto persone vomitare per il solo sollievo che sia finita. Donne piangere per delle gravidanze di cui non gli importava nulla. Alcune mi hanno detto che non credono che l'aborto sia una cosa giusta, ma sanno che è la scelta migliore per loro e per la loro famiglia in quel momento. Le donne pregano. Ascoltano Nicky Minaj dai loro auricolari, un atto di meditazione e distrazione. C'è sangue che gocciola sul pavimento quando gli passo allegramente le mutande per rimettersele. Alle volte i pazienti sono arrabbiati e sgarbati con tutti, il che è comprensibile, dato che hanno attraversato il fuoco per arrivare qui. Le persone mi chiedono cosa ne pensi, perché lo faccia, chi io sia.

Rispondo semplicemente che credo che nessuno dovrebbe essere solo durante l'aborto se non lo vuole. Ma quello di cui sto parlando è l'amore. Offrire supporto emotivo a uno sconosciuto per 10, 30 minuti è un tipo profondo di intimità. Significa portare il peso di essere stati testimoni, e molte pazienti evidenziano quanto sia stato importante sentire di avere un'altra donna lì con loro. In questo momento, il mio "essere donna" importa. A prescindere dalle nostre posizioni nell'universo, ci incontriamo nel mezzo di un'esperienza che è radicata nell'eredità e nella storia delle donne.

Come assistente sociale, sono sempre frustrata per quanto il mio ramo lavorativo sia femminizzato e quindi bollato come non minaccioso. Quando dico alle persone che sono un assistente sociale, mi scontro spesso con il preconcetto che io lavori con i bambini; il mio ruolo è ridotto a qualcosa di tollerabile, neutrale, e privo di ostacoli nel più diffuso contesto morale. È esasperante entrare negli spazi professionali e sentirsi ricordare continuamente che questo mondo non era stato pensato perché mi ci inserissi come donna con molte sfaccettature.

Il lavoro sociale è al tempo stesso sostenuto e squalificato perché in questa eteropatriarchia bianca e capitalista, il lavoro emozionale non è valutato. Il fornire supporto emotivo è accettato come "naturale" impulso della donna piuttosto che come un vortice di intenzionalità e energia. Ma la stessa struttura che considera femminile il lavoro sociale illumina anche una sorgente di magia e ispirazione.

Vedere le persone di sesso femminile/queer/trans/gender/variabile tener testa all'ingiustizia mi rende fiera di essere ancora una volta una donna che opera in questo settore. Tenere la mano alle donne e amarle mentre passano attraverso stigma, violenza e vergogna è un atto politico. La mia arma è l'empatia radicale ed è aggressiva e pronta a mordere.

A tutte le donne che ho amato e che potrei non conoscere: grazie.

La cosa bella del tenere la mano è che poi la terranno a te.

Di Kelsey Woida

Traduzione di Eugenio Politi e Giovanni Lombardo Radice

Ulteriori informazioni sulle fondazioni per l’aborto: Le fondazioni per l’aborto lavorano per rimuovere le barriere finanziarie e logistiche all’aborto in molteplici modi. Alcune fondazioni pagano l’operazione, mentre altre forniscono sostegno di volontariato per assistenza alla prole, trasporti, sostegno post parto, alloggio, etc. Sostenere la vostra locale fondazione è un modo per poter essere sicuriche le donne più marginalizzate rispetto all’accesso ricevano l’assistenza sanitaria che necessitano. Il Network Nazionale delle Fondazioni per l’Aborto (NNAF) può aiutarvi a trovare una fondazione nella vostra zona dove potete effettuare donazioni o esercitare volontariato.

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31 marzo 2017

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