Tumore ovarico, più informazioni contro l'insidia

E' nata due anni fa un'associazione di donne colpite dal tumore ovarico, ACTO Onlus, che pochi giorni fa ha organizzato un incontro presso l'Istituto Mario Negri di Milano, per parlare di terapia, di ricerca, di clinica di questo tumore.

"L'obiettivo dell'incontro – ha spiegato Flavia Villevieille Bideri, Presidente di ACTO Onlus -anche con il coinvolgimento delle Istituzioni competenti, è quello di informare e avvicinare le pazienti, i ricercatori, i medici e le strutture del territorio per creare un'alleanza in cui ognuno, con le proprie competenze, possa contribuire alla lotta contro questa insidiosa malattia".

Purtroppo il tumore dell'ovaio, molto più raro rispetto alle altre neoplasie femminili, viene di solito identificato in fase molto avanzata, e la sopravvivenza a cinque anni è circa il 37%.

La terapia è chirurgica, e chemioterapica tradizionale. Si associa adesso un farmaco antiangiogenico, di cui parla la Dott.ssa Nicoletta Colombo dell'IEO, che dà la speranza di togliere il nutrimento al tumore, evitando la comparsa di nuovi vasi e quindi provocandone la necrosi.

La sopravvivenza  migliora moltissimo se la diagnosi è precoce, evento che per questo tumore è  purtroppo molto raro.

Si arriva di solito quando il tumore è molto avanzato, e i programmi di screening, come l'ecografia transvaginale associata al marcatore Ca 125 non hanno, al momento, dato i risultati sperati.

Le masse sospette sono moltissime rispetto alla reale incidenza del tumore ovarico, la possibilità di differenziarle senza l'intervento chirurgico è bassa, e il risultato di uno screening sistematico diventerebbe al momento un gran numero di interventi inutili con tutti gli effetti collaterali che sui grandi numeri diventano importanti considerato anche che si parla di donne in post menopausa.

Queste possono avere altre malattie e risentire significativamente di un intervento chirurgico peraltro inutile nella maggior parte dei casi.

Anche l'attenzione sui primi sintomi (pancia gonfia, bisogno di urinare spesso o urgentemente, dolori addominali o pelvici, difficoltà a digerire) comprende talmente tante condizioni, a partire dalla colite, che non sembra promettere niente di buono.

Al momento il rischio maggiore è per le donne che hanno parenti ammalati di tumore della mammella e dell'ovaio, ed è su queste che è possibile concentrare l'attenzione. Avendo più malate, anche le complicanze nelle donne sane saranno minori....

In attesa che un nuovo test ci consenta risultati migliori

Lisa Canitano

20 maggio 2012

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