Cellulari e wi-fi, nuovo studio francese: non ci sono "effetti provati" sulla salute
Telefoni cellulari, wi-fi, onde elettromagnetiche, tutte parole legate ad un'unica questione: fanno male o no alla salute? Una rassicurazione arriva dai francesi dell'Agenzia nazionale sanitaria (Anses).
Insomma, onde magnetiche e danni alla salute ancora al centro della notizia. Una risposta arriva dall'autorità francese deputata ad occuparsi di salute pubblica, l'Anses.
Secondo gli esperti francesi, l'esposizione alle onde elettromagnetiche sono certamente in grado di produrre modificazioni biologiche sull'organismo, tuttavia gli studi scientifici eseguiti non rivelano "effetti provati" sulle condizioni di salute. In altri termini manca la 'pistola fumante'.
Nel testo diffuso dall'Anses, e redatto da 16 esperti che in due anni hanno frugato tra centinaia di ricerche scientifiche, si chiarisce la differenza esistente tra gli effetti biologici e quelli sanitari.
I primi "sono cambiamenti di ordine biochimico, fisiologico o comportamentale che vengono indotti in una cellula, un tessuto o un organismo in risposta a uno stimolo esterno".
I secondi, cioè gli effetti sanitari, si verificano "soltanto quando gli effetti biologici superano i limiti di adattamento del sistema biologico".
In sintesi, per gli esperti dell'Anses gli attuali regolamenti che fissano i limiti di emissione da non superare non devono essere modificati.
Tuttavia raccomandano di limitare il più possibile l'esposizione alle onde elettromagnetiche, soprattutto quando si parla di telefoni cellulari e bambini.
Finora sull'argomento è stato detto molto ma con conclusioni contrastanti. Insomma, la comunità scientifica internazionale appare divisa, mentre in Italia giudici e tribunali sono stati spesso impegnati a seguito di denunce da parte di chi ha contratto un tumore attribuendolo al troppo uso del telefono cellulare.
Nel 2011 la Iarc, l'Agenzia internazionale per la ricerca contro i tumori, ha individuato un tipo di tumore come possibile conseguenza dei campi elettromagnetici di radiofrequenza. A Torino, dopo una segnalazione finita sul suo tavolo il procuratore Raffaele Guariniello ha aperto un'inchiesta e ha disposto le perizie necessarie.
Nell'ottobre dello scorso anno la Cassazione ha dato ragione ad un dirigente. L'uso continuo del cellulare per motivi professionali è stata la causa del tumore che lo aveva colpito.
Ora c'è la risposta dell'Anses.
IN ARGOMENTO:
Uso intenso del cellulare, 200% in più di casi di cancro
Cellulari, salute e cancro. Ne parla Report
15 ottobre 2013