Pena di morte, l'Iran inaugura il 2008 con sedici esecuzioni

(Teheran) Non c'è stato neanche il tempo di formulare l'augurio che il 2008 realizzasse le speranze nate dall'approvazione della moratoria all'ONU, che già si è miseramente infranto contro l'efferata crudeltà del regime iraniano.

È prevista per oggi l'esecuzione di sedici persone di cui tredici a Teheran nel carcere di Evin e tre a Qom. S. N." (36) di Hamedan, "H. A." (46) di Ghoochan e "S. M." (39) di Tafresh sono accusati di detenzione e spaccio di droga e saranno impiccati oggi in piazza Motahari in un'esecuzione pubblica, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Fars.

A Teheran, invece, secondo quanto riporta il sito Iran Human Rights sarà eseguita la condanna di Rahele Zamani, la donna di ventisette anni, madre di due bambini accusata di aver ucciso il marito. L'esecuzione di Rahele era prevista per il 19 dicembre scorso ma era stata sospesa la mattina stessa.

I motivi della sospensione della pena erano, come anche riportato anche da noi, la concessione di due settimane di tempo per trovare il denaro necessario a pagare il "dieyh", il prezzo del sangue. In realtà, sostengono fonti attendibili, la famiglia della vittima non avrebbe mai accettato di concedere il perdono a Rahele in cambio del prezzo del sangue e l'esecuzione sarebbe stata posticipata solo a causa dell'enorme attenzione che ha suscitata a livello internazionale. Ricordiamo che nel codice penale islamico la famiglia della vittima può decidere se esigere il rispetto della legge del taglione e quindi l'esecuzione dell'assassino o concedere il perdono in cambio del pagamento del prezzo del sangue.

Intanto, sempre il sito Iran Human Rights, riporta che la Corte suprema dell'Iran ha acconsentito all'esecuzione delle condanne a morte di tre ragazzi, minorenni all'epoca in cui è stato commesso il crimine imputatogli. Saeed Jazi, oggi 21enne scultore è accusato di un'omicidio che avrebbe commesso all'età di diciassette anni. Il suo avvocato è Mohammad Mostafaee che ha già difeso numerosi accusati per crimini commessi da minorenni. Ali è accusato di aver ucciso a quindici anni un suo amico di otto dopo averlo costretto ad avere rapporti omossessuali. Behnood è invece accusato di aver ucciso un altro ragazzo in una rissa all'età di diciassette anni. Ma perchè tutte queste esecuzioni' Perchè questa efferata crudeltà che si ripropone ogni giorno in maniera più violenta' L'abbiamo chiesto a Mahmood Amiry Moghaddam portavoce del sito Iran Human Rights, medico ricercatore presso l'università di Oslo e attivista per i diritti umani.

A lui, la sezione norvegese di Amensty International ha conferito il 20 novembre di quest'anno il Premio Amnesty per i Dirttti Umani per il suo impegno instancabile e continuo a favore del rispetto dei diritti umani nel suo paese. Per Mahmood Amiry Moghaddam queste esecuzioni sono uno dei sintomi della paura che attanaglia il regime sanguinario della Repubblica Islamica dell'Iran. Una paura dettata dalle continue proteste che si sono susseguite durante il 2007 che hanno avuto come protagoniste le donne, i lavoratori, gli studenti e gli attivisti dei diritti umani. Proteste frutto dell'esasperazione di un popolo costretto a tutti i tipi di abusi : non solo le violenze 'legalizzate' ma anche una situazione socio economica al collasso caratterrizzata da una corruzione capillare e onnipresente, da un tasso di disoccupazione altissimo, un tasso di inflazione che non riesce a rientrare nei canoni della normalità, problemi sociali di proporzioni inimmaginabili come quello della droga e della prostituzione. A tutto questo si deve aggiungere una certa pressione della comunità internazionale dovuta alla questione del nucleare unita alla situazione precaria della regione in seguito alla mancata stabilizzazione delle situazioni interne dell'Afganistan e dell'Iraq. A tutto questo il regime ha risposto in tre modi.

Con la diffusione del terrore che viene realizzata con queste continue esecuzioni che sempre più spesso sono pubbliche e vengono riprese dai media e che hanno come vittime prescelte i più deboli e indifesi cioè le donne e i bambini. Il regime, afferma Amiry Moghaddam, ha uccisio quasi una persona al giorno negli ultimi quattro mesi (36 a settembre, 37 a ottobre, 26 a novembre). Attraverso l'applicazione di un regime di tolleranza zero nei confronti di qualunque critica anche se proviene dall'interno. Si spiegano così le dimissioni del capo negoziatore per la questione del nucleare Larijani, e del viceministro dell'interno Zolghadr. Infine, si legge invece nel blog AID di Davood Karimi, analista politico iraniano, con una politica aggressiva ed espansionistica che si realizza soprattutto attraverso il terrorismo e che seppure è stata sempre un caposaldo del regime si rivela oggi in questa situazione di pericolo decisamente vitale per la sopravvivenza.

È possibile fare qualcosa per accelerare il collasso e fare in modo che la paura del regime si trasformi in terrore' Il regime non è immune alle pressioni internazionali soprattutto a quelle che nascono dall'opinione pubblica e il caso di Rahele, solo per citare l'ultimo, lo dimostra. È vitale quindi una mobilitazione massiccia e un'attenzione costante nei confronti delle vicende interne del paese. Purtroppo questo non sta accadendo e i nostri governi continuano a mostrarsi ancora troppo morbidi nei confronti di un regime che non solo mostra di non tenere in nessun conto le leggi fondamentali della comunità internazionale ma anche che si rivela giorno dopo giorno un pericolo sempre più grande per la stessa.

Sarebbe auspicabile una maggiore fermezza nonchè l'immediato deferimento del dossier iraniano sui diritti umani al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Comunque è sempre l'inizio del 2008 e nonostante l'orrore con cui si è aperto un augurio ci sentiamo di farlo comunque, prendendo in prestito le parole del blog AID : Agenzia Iran Democratico di Davood Karimi : Auguri al regime fondamentalista e terrorista dei mullah iraniani: spero che sia un anno pieno di manifestazioni popolari, studentesche e operaie'.

Delt@

Pagina pubblicata il 02 gennaio 2008

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