Prevenzione, più sicuri i tatuaggi in Piemonte

Il provvedimento stabilisce diverse regole per chi ha intenzione di avviare questo tipo di attività . Per prima cosa bisogna essere maggiorenni. Inoltre, bisogna aver adempiuto agli obblighi scolastici ed essere in possesso di un attestato di frequenza e superamento di corsi 'ad hoc' per l'apprendimento di conoscenze tecniche sotto il profilo igienico-sanitario.

Coloro che intendono avviare l'attività , dovranno inoltre darne comunicazione al Comune e all'Asl di competenza, nonché iscriversi a un Registro regionale che verrà  appositamente costituito per consentire ai cittadini di poter verificare se il centro cui intendono rivolgersi sia o meno in regola. Ed ancora, a tutela dei minori, il provvedimento vieta che possano essere eseguiti tatuaggi, piercing o trucco permanente su clienti con meno di 14 anni.

Unica eccezione: la foratura del lobo dell'orecchio, purché il minore sia accompagnato da chi esercita la patria potestà . I ragazzi tra i 14 e i 18 anni, invece, potranno farsi fare piercing o tatuaggi a condizione che chi esercita la patria potestà  rilasci di persona il consenso informato. La violazione di queste norme è punita con una sanzione amministrativa che va da 1.600 a 10.300 euro, In ogni caso, i monili per i piercing non dovranno contenere nichel e l'eliminazione dei tatuaggi non potrà  avvenire in strutture non sanitarie, in cui non ci sia la presenza di personale medico. Tatuatori e piercer, infine, dovranno sempre acquisire il consenso informato dei propri clienti prima di sottoporli al trattamento, nonché compilare per ciascuno di essi una scheda individuale da conservare per almeno cinque anni.

"Se non eseguite in condizioni di sicurezza - spiega Eleonora Artesio, assessore alla Sanità  della Regione - le pratiche invasive nel corpo possono rappresentare un veicolo di trasmissione di malattie infettive per via ematica, come quelle causate dal virus dell'epatite B o dell'Hiv, con conseguenze a volte mortali.

L'inoculazione nella cute di sostanze chimiche, inoltre, può provocare reazioni indesiderate di tipo tossicologico o di sensibilizzazione allergica.

Di qui la necessità , vista anche la diffusione che il fenomeno ha avuto negli ultimi anni in tutte le fasce di popolazione, di colmare il vuoto legislativo attualmente esistente a livello nazionale, e la messa a punto di un disegno di legge che fissi le norme da osservare per un esercizio corretto di queste pratiche e che delinei un adeguato sistema di vigilanza da parte delle autorità  competenti".

 

Pagina pubblicata il 20 novembre 2007

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