Guardia medica: basta con i presidi insicuri, è ora di una seria riforma

A chiedere una "seria riforma" della guardia medica è Domenico Crisarà, segretario nazionale della Fimmg-continuità assistenziale.

Guardia medica sempre reperibile, ma con camici bianchi che rispondono anche dal proprio domicilio, dove, se è necessario, possono anche visitare i pazienti.

Basta con i presidi, troppo spesso mal dislocati e fatiscenti, che non garantiscono la sicurezza del medico. A chiedere una "seria riforma" della guardia medica è Domenico Crisarà, segretario nazionale della Fimmg-continuità  assistenziale che, a margine del congresso dello Snami in corso a Copanello di Stalettì (Cz), ha ricordato i rischi che ogni giorno corrono i medici di guardia. "L'ultimo episodio grave - ha precisato - solo qualche giorno fa in provincia di Lecce, dove sono stati sparati colpi di arma da fuoco contro un presidio di guardia medica. Il fatto più tragico è che l'aggressione è avvenuta nella stessa zona dove otto anni fa fu uccisa il medico di guardia Maria Monteduro".

E' quindi anche per tutelare i camici bianchi, secondo Crisarà , "che è necessario cambiare volto a questo servizio. Per farlo i medici di guardia devono essere inseriti a pieno titolo nel servizio territoriale offerto dalla medicina generale, in un sistema cioè di cure primarie che garantisca una presenza più efficace sul territorio con l'alternanza di diverse figure professionali".

Secondo Crisarà , i medici di guardia devono trasformarsi, passare da professionisti anonimi, come sono spesso considerati oggi, a camici bianchi di fiducia. "I medici - ha spiegato - devono essere identificabili e poter identificare i cittadini, con i quali devono poter instaurare un rapporto di fiducia. Basta, dunque, con il presidio. Bisogna puntare soprattutto sulla reperibilità  anche domiciliare del medico. In pratica il camice bianco può rimanere a casa sua, l'importante è garantire l'efficacia delle prestazioni, in particolare di quelle che non possono essere rimandate". E se, invece, è necessaria l'attività  di ambulatorio, questa "deve essere riprogettata e modellata sulle esigenze del territorio. Ma soprattutto non possiamo più accettare ambulatori che non garantiscono la sicurezza".

Pagina pubblicata il 18 maggio 2007

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