Scelta, responsabilità, separazione parte III

LO SPECCHIO E LA MACCHIA DELL'ADOLESCENZA del Dr. Alex Pagliardini. Scelta-responsabilità-separazione parte III

Ciò è senz'altro vero ma vorrei porla così a causa di un certa ambiguità dell'idea di separazione: separazione non significa né fare ciò che si pare, essere finalmente autonomi e indipendenti, né lasciare un vecchi sistema per un altro, non è né anarchia né un nuovo servilismo, ma significa, in fondo separarsi da sé stessi.

Separazione è un passaggio vertiginoso in cui da un lato ci si stacca dalla domanda asfissiante dell'Altro fino a separarsi da sé stessi, dalla propria certezza che ha sempre retto la nostra convinzione e il nostro lamento su ciò che l'Altro vuole da noi, dall'altro separazione è staccarsi attraverso l'Altro dall'eccesso pulsionale che ha fatto irruzione, dunque costruire in questa distanza il modo di trattare questa macchia cieca che è la pulsione, trattamento, invenzione di un modo, che permette di incontrare la propri alterità radicale, ossia la pulsione, e non di esserne accecati.

Non significa divorzio dall'Altro, isolamento, rifiuto dell'Altro, o affermare la propria autonomia e indipendenza ma significa entrare in connessione con il desiderio dell'Altro, diciamo così con la sua intimità, con ciò che in lui è al di la di lui – dunque separazione come nuova connessione all'Altro, nuovo legame, a seguito dei cambiamenti puberali, dell'incontro con la sessualità; separazione come costruzione con l'Altro della propria particolarità e desiderio in risposta all'irruzione della sessualità e non affermazione della propria autenticità e dell'essere se stessi - cosa che invece spesso accade, che è senz'altro il primo modo di rispondere all'irruzione ma che va poi sostituito, pena l'isolamento, la fissità ecc...

Rimbaud può essere ancora un buon esempio perché mostra bene come l'invenzione di fronte all'irruzione della pulsione, della macchia nera, passa per l'Altro, in questo caso l'Altro della lingua.

In questa torsione si collocano la scelta e la responsabilità di cui parlavamo, in cui si dà l'occasione di costruire il proprio desiderio che se è, è sempre desiderio dell'Altro, in quanto è desiderio rivolto all'Altro ma soprattutto in quanto è la risposta al desiderio dell'Altro rivolto a noi, quindi solo attraverso il desiderio dell'Altro, nella contingenza dell'incontro-scontro con questo si può costituire il proprio – nell'anoressia troviamo una sorta di paradosso o equivoco della separazione, questioni che come detto sono già bel presenti nel termine e nell'uso fattone in psicoanalisi.

Ossia la manovra anoressica da un lato, in particolare nella sua veste isterica indica un tentativo di separazione, cioè di farsi niente per chiamare l'Altro all'amore e aprirne la dimensione del desiderio, dunque un tentativo di entrare in contatto con la mancanza dell'Altro, con quel che nell'Altro è sconosciuto all'Altro stesso; ma in molti casi è un rifiuto della separazione, ossia è un rifiuto dell'Altro, del desiderio dell'Altro, della dipendenza strutturale del proprio desiderio da quello dell'Atro e delle contingenza che ciò comporta, per affermare in modo univoco e assoluto il proprio desiderio con conseguente annientamento dello stesso e deragliamento verso l'illimitato della pulsione.

Dire desiderio non significa dire desiderio di quella o quell'altra cosa, oppure voler fare o essere in un certo modo; desiderio è una passione, un processo, una tensione senza fine, irriducibile, assoluta, è un puro accadere in cui si è presi e non una facoltà che si possiede.

Scegliere di separarsi significa dire sì a questa presa, non cedere a questa presa, non cedere a questa presa in nome dell'utile, della certezza ecc

In fondo con questo ragionamento volevo tentare di spostare la questione della scelta dove di fatto si colloca e non nelle numerosissime scelte, fra cento scuole, cento università, cento leggi, cento fidanzate ecc....che vi dicono di poter liberamente scegliere e spostare la vostra attenzione non tanto sul senso di colpa, - ammesso che sia ancora presente tra i giovani, credo di sì anche se da più parti si inizia a dire il contrario - relativo all'ideale ma sulla responsabilità, la responsabilità del desiderio, che contorna la faglia di quel che non si sa e non si acchiappa mai, o forse all'improvviso, per la coda.

Il corpo di Narciso 
Il corpo testo e il corpo imbroglio
 
Scelta-responsabilità-separazione parte I
 
Scelta-responsabilità-separazione parte II

Scelta-responsabilità-separazione parte III

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Pagina aggiornata il 10 giugno 2009

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Anoressia e bulimia, cosa c'è dietro al disturbo. Non si mangia soltanto per sostentarsi, mangiare è un'attività carica di simboli e con essa esprimiamo la nostra relazione con il mondo

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